28/02/2022 di Redazione

Microsoft Defender ora protegge i tre grandi cloud

Il supporto, già garantito per le applicazioni e infrastrutture poggiate Azure e Aws, è stato esteso anche a Google Cloud Platform.

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Microsoft Defender ha guadagnato credibilità e forza per gli utenti Windows, dimostrando di saper proteggere i dati e le applicazioni contenuti nei Pc. Il passo successivo è stato l’allargamento al cloud, per proteggere anche le infrastrutture e le applicazioni affidate ad Azure ma anche, dallo scorso novembre, quelli di chi si affida alla concorrenza di Amazon Web Services (Aws). Ora l’azienda di Redmond ha completato l’opera, estendendo la protezione di Microsoft Defender anche a Google Cloud Platform (Gpc). 

Il programma di sicurezza di Microsoft identifica i punti deboli dei cloud della concorrenza per aiutare i clienti a migliorare la generale postura di sicurezza. Inoltre fornisce una protezione dalle minacce estesa trasversalmente a tutti i workload. Con l’estensione del supporto alla Google Cloud Platform arrivano anche un’ottantina di raccomandazioni che aiutano a scegliere la migliore configurazione per server, container e altre risorse, e a soddisfare standard di sicurezza come il Center for Internet Security.

 


L’allargamento alla Google Cloud Platform consente a Microsoft di definire sé stesso come l’unico fornitore di cloud con protezione multicloud nativa per le principali piattaforme del settore”, ovvero Azure, Aws e Gpc. Una scelta che deriva da una constatazione di fatto: il multicloud è di gran lunga la circostanza più frequente nelle aziende. Dallo “State of the Cloud Report” pubblicato dalla software house Flexera nel 2021 risulta che il 92% delle aziende impieghi un modello multicloud.

Una recente ricerca di MIcrosoft, invece, evidenzia che questo approccio comporta delle difficoltà o quantomeno delle “sfide” per il 73% delle aziende. “
Per poter completamente abbracciare queste strategie multicloud, per le aziende è critico che le proprie soluzioni di cybersicurezza riducano la complessità e assicurino una protezione completa”, ha scritto Vasu Jakkal, corporate vice president, security, compliance, identity, and management di Microsoft.

 

 CloudKnox Permissions Management 

 

Oltre al supporto alla Google Cloud Platform, debutta una funzionalità chiamata Multicloud Secure Score, che assegna un punteggio di sicurezza e dà una visione (sia centralizzata, sia analitica) dei punti di debolezza dei vari cloud in uso. Altra novità, il provisioning automatico assicura protezione immediata alle nuove risorse aggiunte all’ecosistema. Microsoft ha inoltre annunciato il lancio, per ora in versione di anteprima pubblica, di una funzione chiamata CloudKnox Permissions Management e frutto di un’acquisizione realizzata la scorsa estate. Questo strumento permette di avere una migliore visibilità e un maggior controllo della gestione dei permessi su tutte le piattaforme utilizzate.

 

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