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Nuovi record e lunga vita agli hard disk (anche grazie al cloud)

Western Digital continua a innovare nel campo delle memorie presentando i suoi primi HDD da 22 TB e da 26 TB, destinati ai grandi hyperscale del cloud computing.

Pubblicato il 13 maggio 2022 da Valentina Bernocco

C’è stato un momento, nella storia dell’evoluzione dell’informatica, in cui gli hard disk sembravano destinati se non all’estinzione almeno essere superati dalla tecnologia Flash degli Ssd. Così non è stato, perché la crescita impetuosa dei dati ha reso necessario potersi appoggiare a entrambe le tecnologie, a seconda del prevalere di esigenze di prestazioni, latenza, capacità o costi. Uno scenario ideale per chi, come Western Digital, non solo è un colosso del mercato delle memorie ma è anche l’unico a produrre (oltre che a commercializzare) sia hard disk sia unità di memorizzazione basate su Flash.

“Pensiamo che ci sia ancora un grandissimo spazio di crescita per gli hard disk”, ha dichiarato Davide Villa, direttore business development Emeai di Western Digital, nel corso di una conferenza stampa. “Nei data center del cloud il rapporto tra hard disk e Flash è ancora di tre a uno e resterà una costante. Il Flash non ruberà porzioni di mercato agli hard disk, perché la crescita dei dati consentirà a entrambe le tecnologie una crescita costante”.

Alcune stime delle principali società di analisti (Gartner, Idc, Abi Research) e della stessa Western Digital rendono l’idea: oggi esistono circa 6,9 miliardi di dispositivi con unità di storage integrate; nel 2021 sono stati commercializzati 257 milioni di notebook e da qui al 2025 si ipotizza una crescita media annua del 3,9%; nel 2025 saranno venduti 1,53 miliardi di smartphone.


“Il mercato hard disk si è trasformato da un utilizzo consumer a un utilizzo in cloud ed è qui che oggi mettiamo il nostro focus”, ha proseguito Villa. “Esiste ancora un mercato per gli hard disk al di fuori del cloud, cioè la videosorveglianza, ed esiste ancora un utilizzo client consumer all’interno dei Nas, dove c’è integrazione fra Ssd e hard disk. Dal punto di vista di consumi di dati, però, il cloud la fa da padrone e sarà sempre di più così”.
 

Davide Villa, direttore business development Emeai di Western Digital

 

 

Dunque, nell’era degli zettabyte, la rotta evolutiva degli hard disk è determinata soprattutto dalle esigenze dei grandi hyperscaler, cioè Amazon (Aws), Microsoft, Google, e di colossi che necessitano di uno storage ad alta capacità per attività di intelligenza artificiale, come Meta, Alibaba, Apple, Ibm e le stesse Amazon, Microsoft e Google. “L’iperconvergenza nei data center non va più di moda, perché crea delle inefficienze”, ha affermato Villa. “Oggi si tende a disaggregare le risorse di calcolo e di storage”.

Incrementi della densità di storage, accesso rapido ai dati, affidabilità, riduzione dei consumi in ottica sia di sostenibilità sia di total cost of ownership sono i criteri che orienteranno l’innovazione degli hard disk nei prossimi anni. E sono anche i criteri inseguiti da Western Digital nella propria strategia di innovazione. All’introduzione della tecnologia basata su elio, nel 2013, hanno fatto seguito nel 2015 l’Smr (Shingled Magnetic Recording, una tecnica di incisione che sovrappone parzialmente le tracce per incrementare la densità), nel 2020 l’ePmr (Energy-assisted Pmr, un metodo di registrazione magnetica assistita) e il Triple Stage Actuator (un’innovazione meccanica che garantisce un’incisione più precisa). Lo scorso novembre, poi, ha debuttato la tecnologia OptiNand, che impiega la componente Nand non per la memorizzazione bensì per la telemetria e per la gestione dei metadati. 

Il record dei 20, dei 22 e dei 26 TB

Grazie a questa tecnologia, sommata alle precedenti innovazioni, per la prima volta ha visto la luce un hard disk da 20 TB, Ultrastar DC HC560, perfetto per i data center grazie alle sue caratteristiche di altissima capacità, prestazioni e affidabilità. A distanza di sei mesi, sono appena state presentate nuove unità hard disk da primato: Ultrastar DC HC570, con 22 TB di capacità, e Ultrastar DC HC670 UltraSmr, che arriva addirittura a 26 TB. In quest’ultimo caso, oltre alla tecnologia OptiNand entra in gioco la UltraSmr, la quale introduce la codifica di grandi blocchi insieme a un algoritmo avanzato di correzione degli errori che aumenta le tracce per pollice.

Attualmente alcuni (non specificati) grandi cloud provider stanno già testando queste due soluzioni e nel corso dell’estate il modello Ultrastar DC HC570 sarà disponibile per il canale. Intanto Western Digital è già al lavoro per mettere a punto una unità che arriverà alla prossima cifra tonda, i 30 TB. “Solitamente il mercato degli hard disk negli ultimi anni ha visto un incremento di 2 TB ogni diciotto mesi, ma il percorso ora sta accelerando”, ha rimarcato Villa.

 

 


La strategia di Western Digital
Western Digital vende solo tramite canale, ad accezione dei contratti di fornitura per gli hyperscale, che prevedono una personalizzazione basata sulle specifiche esigenze del cliente. L’azienda continuerà a innovare sul fronte dell’hardware per gli HD e gli Ssd a marchio Sandisk, ma anche, prossimamente, con il lancio di un software che aiuterà i clienti consumer a centralizzare e semplificare la gestione dei dati sparsi tra diversi dispositivi.


“Come rimarcato recentemente dal nostro Ceo, la visione di WD è non solo salvare i dati ma anche renderli fruibili, migliorando l’esperienza utente”, ha spiegato Villa. “Ma vogliamo anche diventare iconici. Quando si parla di Cpu le persone sanno che si parla di Intel e vogliamo che tra qualche tempo parlando di memorie le persone pensino a Western Digital”. La nuova strategia di comunicazione prende il via con il lancio di un nuovo logo e dello slogan “Create what’s next”.

 

Tag: western digital, cloud, hard disk, data center, memorie

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