21/04/2022 di Redazione

Pnrr e sostenibilità nelle strategie dei vendor in Italia

Come può la tecnologia favorire la trasformazione delle aziende italiane? Il punto di vista di Dxc, Dassault, Nokia, Oracle, Salesforce e Sap.

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Due parole chiave si incrociano nei pensieri e nelle strategie che vendor di tecnologia importanti come come Dxc, Dassault, Nokia, Oracle, Salesforce e Sap hanno messo a punto per supportare i processi di trasformazione dei propri clienti. Sostenibilità e Pnrr sono gli architravi degli sviluppi che si possono immaginare in uno scenario condizionato dalle incertezze derivanti dagli strascichi legati alla pandemia, ma anche dallo shortage di materie prime, dall’ascesa dei costi energetici e dagli effetti della guerra russo-ucraina, ancora da misurare. Sul fronte del rapporto tra digitale e ambiente, fa chiarezza Carla Masperi, acting country manager e Coo di Sap: “La sostenibilità va integrata nei processi aziendali, non basta più solo enunciarla”, ha dichiarato Masperi, ospite di un evento di The Innovation Group. “La misurazione della green line diventerà sempre più rilevante e per questo serve una componente blue intelligente, in grado di restituire dati corretti e affidabili”.

Le ha fatto eco Eugenio Maria Bonomi, amministratore delegato di Dxc Technology, citando l’esperienza concreta del progetto realizzato con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili per creare una piattaforma di servizi digitali a supporto della mobilità, coprendo obiettivi che spaziano dall’efficienza dei trasporti al rilascio delle patenti. “Esg è un obiettivo, ancor prima che un acronimo, e le tecnologie devono supportarlo”, ha detto Bonomi. “La lettera esse, nel nostro caso, si può declinare nei concetti di sicurezza, servizio e sostenibilità”.

Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza è naturalmente un tema caldo, per l’ammontare di risorse finanziarie messe a disposizione e per il peso riservato alle iniziative fondate sulla digitalizzazione. Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato e vicepresidente di Nokia Italia, ha però messo in guardia sul rispetto delle scadenze e degli obiettivi posti dall’Unione Europea: “Monitorare il raggiungimento dei traguardi prefissati è fondamentale per non vedersi bloccati gli stanziamenti e sarebbe opportuno designare un commissario per questo. Noi faremo la nostra parte e lo testimonia il 25% di incidenza della spesa in ricerca & sviluppo sul totale in Italia, mirato a valorizzare le competenze prima di tutto”.

 


Il clima comunque favorevole verso gli investimenti in tecnologia è stato ribadito da Alessandro Ippolito, country manager & vice president technology di Oracle Italia: “Non è un caso che a dicembre sia stata inaugurata la prima cloud region nel Paese. La nostra capacità tecnologica e la cultura dei dati sono a disposizione della costruzione del polo strategico nazionale. Stiamo lavorando in modo particolare sulla sanità, per favorire il collegamento fra centro e regioni, ma occorre puntare anche sulle competenze, perché il Pnrr avrà successo solo se ci sarà uno sviluppo capace di coinvolgere la Pubblica Amministrazione, a tutti i livelli, con i suoi quattro milioni di dipendenti”.

Sull’importanza del fattore umano come chiave del successo di un piano di digitalizzazione del Paese ha insistito anche Mauro Solimene, senior vice president e country leader di Salesforce. “Abbiamo stimato una generazione di valore pari a 9 miliardi di euro per le aziende che lavorano sulla nostra piattaforma”, ha detto Solimene, “ma occorrono 36mila talenti digitali per compiere questa conversione. Noi abbiamo aperto a progetti con aziende che vogliono investire nel Sud, ma anche con le università e con una formazione più inclusiva”.

Non da ultimo, la tecnologia può essere anche un supporto anche per la creatività, una delle qualità che più ci viene riconosciuta nel mondo. “Lavorare con l’intelligenza del dato significa poter sviluppare una collaborazione più destrutturata”, ha indicato Guido Porro, managing director e vice president di Dassault Systèmes, “e per questo occorre avere la possibilità anche di sbagliare, provando e simulando gli scenari più diversi. A questo serve il concetto di virtual twin che stiamo propugnando con la nostra piattaforma 3D”.

 

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