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Problemi risolti: Project Ara pronto al lancio a dicembre 2016

Il cellulare componibile di Google arriverà in una versione per sviluppatori entro la fine di quest’anno, a cui seguirà poi il modello ufficiale per l’utente finale nel 2017. Il team di lavoro di Big G è riuscito a migliorare l’estetica dello smartphone, intervenendo soprattutto sulla tecnologia che tiene unite tra loro le varie parti del dispositivo.

Pubblicato il 23 maggio 2016 da Alessandro Andriolo

Project Ara è vivo e lotta insieme a noi. Google sembra essere riuscita ad archiviare i problemi che avevano caratterizzato il suo modello di smartphone modulare completamente personalizzabile e ha annunciato, durante la conferenza Google I/O, l’arrivo entro dicembre di una versione per sviluppatori, a cui seguirà a breve distanza il kit per l’utente finale. Blaise Bertrand, responsabile della misteriosa divisione Advanced Technology and Projects (Atap) di Big G, ha descritto il nuovo, ingegnoso, smartphone come “sottile, leggero e meraviglioso”. Il colosso di Mountain View ha deciso di spingere al massimo sul pedale della personalizzazione, in quanto consentirà ai consumatori di scegliere, al momento dell’ordine, ogni singolo componente del device (batteria, fotocamera, altoparlanti e altro) grazie alle stampanti 3D che Google metterà a disposizione.

La testata Engadget ha parlato di netti miglioramenti nel design dei singoli pezzi. E soprattutto della tecnologia utilizzata per tenere uniti tra loro i componenti. In origine, infatti, le parti di Ara erano collegate con una spessa griglia metallica: una strada obbligata che incideva però in modo negativo sull’estetica. Ora, testimonia Engadget, “non si intravedono bordi tra i moduli e il telefono ha un look più unito, anche se tuttora molto eclettico”.

“La prima serie di moduli presenta parti più integrate […], che conferiscono al telefono un aspetto più pregiato”, continua il sito. L’assemblaggio, promettono da Google, sarà alla portata di tutti e l’arrivo, ormai dato per certo, di Ara permetterà agli utenti di ottenere cellulari davvero unici e adatti alle esigenze del singolo. Gli unici componenti fissi saranno processore, Ram, scheda grafica, antenne radio e sensori: il resto sarà invece completamente sostituibile.

La rimozione della batteria, inoltre, non farà spegnere il dispositivo, perché Ara sarà dotato di un piccolo accumulatore integrato che darà qualche minuto di carica per consentire il completamente dell’operazione di sostituzione. E i cambi dei pezzi non comporteranno il riavvio dello smartphone: sarà sufficiente accedere alle impostazioni del device e scegliere su quale componente intervenire. La parte in causa verrà espulsa in automatico con un tap sul display. In alternativa, si potrà comandare il cellulare con la voce, pronunciando frasi come: “Ok Google, espelli la fotocamera”.

 

 

Ricco l’ecosistema di partner con cui Big G sta lavorando per ampliare le possibilità del cellulare. Tra i nomi principali spiccano per ora E Ink per schermi secondari, Toshiba (che già aveva mostrato il suo interesse al progetto nel 2014), Gotenna e Sony Pictures Home Entertainment. Ma il colosso californiano ha specificato che, al momento delle prime consegne dei kit per sviluppatori, verranno messi a disposizione solo pochi moduli. L’ecosistema completo deve ancora essere ampliato e potrebbe arrivare nel 2017, insieme alla versione per l’utente finale.

 

Tag: smartphone, google, hardware, project ara

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