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Sovranità e controllo del mercato nella cloud strategy di Oracle

Capitalizzazione dell’apertura della region italiana a dicembre e nuova sede, aggiornamento dell’offerta Oci e focus sui dati in Europa rafforzano la proposizione dell’azienda in un ambito dato in forte crescita anche a livello locale.

Pubblicato il 18 luglio 2022 da Roberto Bonino

Il cloud conta, eccome, per Oracle. Nell’ultimo quarter chiuso il 31 maggio scorso, le revenue totali in quest’ambito sono salite del 22% in valuta costante e in Italia, pur in assenza di dati ufficiali, sembra che le cose vadano anche leggermente meglio. Questo, almeno, traspare dalle parole dei manager locali, che hanno di recente presenziato al lancio della nuova sede di Milano, uno spazio da circa 6200 mq con 350 postazioni di lavoro, una trentina di ambienti più raccolti e circa cinquanta sale riunioni.

Alessandro Ippolito, Vp technology e country manager italiano, ha posto in evidenze le peculiarità che, pur in una situazione resa incerta dalle evoluzioni geopolitiche globali e dall’inflazione, lasciano trasparire un certo ottimismo: “Il Pnrr è certamente un fattore di spinta per la trasformazione digitale del Paese, ma ormai è chiaro alle imprese di ogni dimensione che agilità ed elasticità sono fattori-chiave per rispondere alle oscillazioni del mercato e pensare di innovare allo stesso tempo”.

Il cloud appare la scelta obbligata rispetto a questo scenario, ma Oracle ha spinto molto nella distribuzione geografica delle proprie region, per avvicinarsi ai clienti, risolvere i loro dubbi sulla sovranità dei dati e i tempi di latenza. Le ultime mosse vanno decisamente in questa direzione. Proprio nei giorni scorsi, l’azienda ha indicato di voler aprire due nuove zone sovrane per la propria infrastruttura, con parchi server allocati in Germania e Spagna e personale tutto appartenente all’Ue. L’intento è di offrire ai clienti l’opzione di allocare in un contesto territoriale sicuro dati sensibili o regolamentati. L’apertura è prevista per il 2023.

Alessandro Ippolito, Andrea Sinopoli e Giovanni Ravasio di Oracle Italia

Queste zone si vanno ad aggiungere (pur rimanendone separate) a un numero di region già arrivato a 37 nel mondo, ma destinato a salire a 44 entro fine anno. Fra queste, da dicembre c’è anche quella di Milano, che già ospita clienti (non solo italiani), fra i quali Generali e Cerved: “Il nostro obiettivo è far leva sulla cloud adoption e non sul semplice consumo di risorse in modo alternativo”, ha spiegato Andrea Sinopoli, Vp & country leader cloud. “Deve trattarsi di una scelta strategica per poter fruire dei benefici collegati. Per questo, abbiamo diversificato l’offerta cercando di venire incontro a ogni genere di esigenza. I clienti possono scegliere il percorso di trasformazione digitale con i tempi e le modalità che desiderano, scegliendo un cloud pubblico gestito dentro il proprio data center con Cloud @Customer o con Oci Dedicated Region, che ha già Vodafone come cliente global e potrebbe includere anche realtà italiane, se andranno in corso alcune trattative, soprattutto in ambito finance”.

Oracle Cloud infrastructure (Oci, appunto) è il cappello che racchiude la visione e le innovazioni tecnologiche dell’azienda in un contesto dove i punti di riferimento non possono che essere i grandi hyperscaler. Dedicated Region, che offre ai clienti un ambiente completo implementato nei loro data center ma trattato come un cloud pubblico, ha di recente visto l’arrivo di un’offerta tagliata su aziende non troppo grandi, richiedendo minor spazio e potenza di calcolo in cambio di un costo inferiore. Inoltre, è da poco disponibile Oci Compute Cloud@Customer, una soluzione progettata per ambienti più piccoli rispetto a Dedicated Region e che permette di eseguire applicazioni su funzioni di calcolo, storage e reti compatibili con Oci sempre nei data center dei clienti (un po' come già accade per Exadata Cloud@Customer).

Le evoluzioni dell’offerta tecnologica e delle region vanno poi di pari passo con l’impegno di Oracle sul fronte della sostenibilità. Tutte le aperture recenti e le strutture europee sono state realizzate con sistemi di alimentazione energetica 100% rinnovabili ed è obiettivo dell’azienda allineare tutte le infrastrutture e gli uffici nel mondo entro il 2025: “Nel 2021 siamo riusciti a riutilizzare o riciclare il 99,6% dell’hardware messo fuori servizio”, ha comunicato Giovanni Ravasio, Vp & country leader cloud applications, “e puntiamo a raggiungere il traguardo della totale carbon neutrality entro il 2030”.

 
Tag: data center, cloud ready, region, Oracle Cloud Infrastructure

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