20/01/2017 di Redazione

Supercomputer “exascale”, prototipo cinese entro la fine del 2017

Secondo l’agenzia Xinhua, nei prossimi mesi Pechino potrebbe mostrare un modello primitivo di cervellone con potenza di calcolo nell’ordine degli exaflops: significa miliardi di miliardi di operazioni al secondo. La versione definitiva dovrebbe arrivare n

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Sembra che molti Paesi del mondo abbiano ormai deciso di mostrare i muscoli battagliando nel campo dei supercomputer. Un settore in cui si registra una competizione serrata. Una seconda “guerra fredda” con, però, un nuovo protagonista. In un angolo del ring ci sono ancora gli Stati Uniti, ma nell’altro non c’è più la Russia, bensì la Cina. Il Paese del Dragone occupa infatti i primi due posti nella top 10 dei supercomputer, mentre gli Usa possono contare su cinque esemplari su dieci. Ma la Cina potrebbe calare presto il proprio asso nella manica. Secondo quanto riportato all’agenzia di Stato Xinhua, il governo avrebbe dato il via a un nuovo progetto per arrivare a costruire entro il 2020 il primo supercomputer “exascale”, in grado cioè di eseguire miliardi di miliardi di operazioni al secondo.

Entro la fine del 2017 potrebbe già essere pronto un prototipo, almeno secondo quanto dichiarato da Zhang Ting, ingegnere presso il National Supercomputer Center di Tientsin. Una macchina duecento volte più potente del Tianhe-1, riconosciuto come il supercomputer più veloce del mondo nel 2010 (e oggi al secondo posto nella versione 2). Il numero uno oggi è il Sunway Taihulight, in grado di toccare 93 teraflops, con una potenza di picco di 125 teraflops.

Anche se il Giappone sta cercando di conquistare la prima piazza, investendo 170 milioni di dollari in un “cervellone” da 130 petaflops. Numeri ridicoli, comunque, se confrontati con il nuovo progetto cinese, che permetterà di infrangere per la prima volta la barriera degli exaflops. Il Paese asiatico non è però solo: in questa infinita gara al rialzo sono in lizza anche gli Usa e lo stesso Giappone.

Il Dipartimento degli Stati Uniti per l’energia ha già dichiarato di voler rendere operativo un sistema exascale nel 2023. Se la roadmap cinese dovesse essere rispettata, però, Pechino potrebbe arrivare prima con un anticipo di ben tre anni. Ad oggi, il Paese del Dragone conta su 167 supercomputer nella top 500 ufficiale. Gli Usa sono secondi, con due macchine in meno. La “guerra fredda” proseguirà ancora per lungo tempo.

 

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