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Telecom investe in banda ultralarga, cloud e pay Tv

L’operatore investirà da qui al 2016 circa 9 miliardi di euro, di cui oltre un terzo dedicati a tecnologie innovative come le reti fisse Ngn, quelle mobili Lte e data center per supportare il cloud. Siglato, inoltre, un accordo con Sky per la creazione di una pay Tv che farà a meno del satellite.

Pubblicato il 08 novembre 2013 da Valentina Bernocco

C’è tanta carne al fuoco sui fornelli di Telecom Italia: promesse, numeri, e la speranza di un futuro ricco di innovazioni e di capacità di competere, a prescindere da quale possa essere il destino societario del primo operatore telco nostrano. Il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia, riunitosi sotto la presidenza di Aldo Minucci, ha approvato “operazioni straordinarie volte al rafforzamento patrimoniale della Società a sostegno del Piano Industriale triennale 2014-2016”, piano che mira a sviluppare nuove infrastrutture di rete fissa e mobile e di data center, “attraverso la riqualificazione e l’incremento degli investimenti, in forte accelerazione rispetto al piano precedente”.



Il che significa, in parole povere, molti soldi messi sul piatto per far evolvere le reti Ngn (Next Generation Netwokring), l’Lte e il cloud computing di Telecom Italia. Nel biennio 2014-2016 saranno investiti circa 9 miliardi di euro, di cui oltre un terzo, 3,4 miliardi per i settori più innovativi del business: nello specifico, 1,8 miliardi di euro per lo sviluppo dell'ultrabroadband residenziale con l'utilizzo della fibra ottica per il segmento dell’accesso, 900 milioni di euro per l'ultrabroadband mobile e700 milioni di euro circa per la realizzazione di nuovi data center dedicati allo sviluppo del cloud computing e connessioni in fibra internazionali.

“Questo incremento degli investimenti innovativi, che nel 2016 raggiungeranno il 50% del totale, darà un forte impulso allo sviluppo dell’ultrabroadband sia fisso sia mobile, accelerando la diffusione delle due tecnologie rispetto al precedente piano 2013-2015”, sottolinea la nota ufficiale rilasciata dall’operatore.

Per quanto riguarda i collegamenti Ngn, la stima è quella di raggiungere oltre la metà della popolazione italiana, con 12,4 milioni di case connesse, da qui al 2016, mentre con l’Lte si dovrà arrivare all’80% della copertura, partendo dall’attuale 41%. Certo un “notevole contributo al conseguimento degli obiettivi previsti dall'Agenda Digitale europea”, come rimarcato da Telecom.

Da dove arriveranno tutti questi soldi? L’aumento degli investimenti sulle reti di nuova generazione sarà garantito totalmente da Telecom. Parallelamente, è stato deciso di confermare il progetto di separazione volontaria della rete di accesso, “dando priorità alla realizzazione del modello di “Equivalence of Input” (EoI),  attraverso la Separazione funzionale, con particolare riferimento all’offerta dei servizi di Unbundling del Local Loop (ULL) e Virtual Unbundling Local Access (VULA) per le reti di nuova generazione basate su architetture FTTCab e FTTH”.

Inoltre, il piano strategico per il prossimo biennio potrà attingere a ulteriori risorse, tutte derivanti da assett interni a Telecom e pari a circa 4 miliardi di euro. Di questi, 1,3 miliardi di euro arrivano dall’emissione, da parte della controllata TI Finance S.A., di due serie di obbligazioni a conversione obbligatoria in azioni ordinarie o di risparmio di Telecom Italia Spa.

L’azienda parla poi della “valorizzazione delle torri in Italia, delle torri in Brasile e dei multiplex di TI Media”, ma l’elemento più interessante che completa il quadro è la cessione della partecipazione in Telecom Argentina. Una misura che sembra ormai quasi cosa fatta, se si legge fra le righe delle dichiarazioni ufficiali: “Il CdA ha ricevuto un’offerta per la partecipazione diretta e indiretta detenuta dal Gruppo in Telecom Argentina. Il Consiglio l’ha esaminata e ha conferito al management il mandato di finalizzare l’operazione alle condizioni che ritenga siano nel migliore interesse della Società”.

La corsa verso il futuro di Telecom Italia non si limiterà ai soli core business della telefonia e dei servizi Internet. È fresca la notizia di un accordo siglato con Sky per realizzare una IPTv di nuova generazione, cioè una canale televisivo a pagamento capace di veicolare tutti contenuti dell’operatore satellitare, ma senza il satellite. Come? Attraverso un “set top box dedicato” e l’unico requisito infrastrutturale di un accesso ultrabroadband o broadband, fisso oppure mobile.

“Grazie a questa partnership”, ha commentato Marco Patuano, amministratore delegato di Telecom Italia, “la competenza tecnologica di Telecom Italia e il know how editoriale di Sky convergono con l’obiettivo di realizzare nuovi modelli industriali per la fruizione di contenuti audiovisivi over-the-network”. Nuovi modelli industriali, sì, ma anche tecnologici: è facile intuire come la liberazione dalla necessità di una parabola e di un segnale satellitare possa agevolare l’ingresso di nuova utenza nel mondo della pay Tv, fermo restando il prestigio del nome Sky.

Oltre alla "nuvola" del cloud, nel futuro di Telecom c'è anche il "cielo" di Sky


La definizione della partnership è, ovviamente, solo il passo iniziale. Il primo esperimento sul campo saranno i Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014, in programma a febbraio, in occasione dei quali i clienti Tim che acquisteranno l’offerta Sky dedicata (Ticket Big Events/Grandi eventi 2014) potranno fruire di alcune delle più importanti manifestazioni sportive sul proprio smartphone  o tablet, in diretta e differita, attraverso la piattaforma mobile 3G ed Lte.

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