Il procurement può essere una fonte di valore per le aziende, perché crea relazioni, è portatore di cambiamenti e da questa funzione dipendono anche la stabilità e la resilienza del business. Ce ne parla Andrea Tinti, Ceo e founder di Iungo, società specializzata in soluzioni per la gestione delle supply chain.
Andrea Tinti, Ceo e founder di Iungo
"Spesso si pensa al procurement come a una funzione tecnica, legata solo a numeri, contratti e fornitori. Ma in realtà oggi il procurement è uno snodo strategico, il cuore invisibile che può accelerare la trasformazione completa di un’azienda. In un mondo in cui la volatilità è la nuova normalità – tra crisi geopolitiche, instabilità delle catene di fornitura, transizione green e rivoluzione tecnologica – chi si occupa di acquisti gioca un ruolo chiave nel disegnare il futuro. Non si tratta solo di comprare, ma di costruire relazioni, attivare cambiamenti e generare impatti concreti che toccano ogni area dell’impresa. Il procurement è quel tassello essenziale che tiene insieme efficienza e visione, contribuendo a trasformare non solo i processi, ma il modo stesso in cui un’azienda crea valore e si prepara al domani.
Il nostro ultimo evento lo ha confermato con forza: oggi il procurement è chiamato in causa non solo per ottimizzare costi o gestire fornitori, ma quale artefice di un cambiamento profondo, capace di rafforzare la supply chain e trasformarla in un motore strategico per l’azienda. Al procurement è affidato il compito di guidare un'evoluzione capace di rendere la supply chain più efficiente, più solida, flessibile e strategica. Per affrontare questo percorso, servono nuove competenze, il coraggio di sperimentare approcci innovativi e la capacità di costruire relazioni di partnership autentiche e durature. Le aziende che lo comprendono stanno già investendo su competenze trasversali, soluzioni digitali e partnership solide, consapevoli che il vero vantaggio competitivo non si costruisce più solo dentro i confini dell’organizzazione ma lungo tutta la supply chain.
I nostri numeri parlano chiaro: la funzione acquisti sta abbandonando la sua vecchia etichetta di semplice “controllore dei costi”. Oggi solo un’azienda su quattro, il 25,45%, continua a interpretare gli acquisti in modo tradizionale, limitandosi alla gestione di ordini e budget. Ma il vero segnale di cambiamento arriva dalla maggioranza: il
32,73% delle aziende riconosce negli acquisti un motore strategico capace di introdurre nuove competenze, strumenti e processi innovativi. È una trasformazione profonda che va ben oltre i numeri: gli acquisti diventano protagonisti nella creazione di valore, nel rafforzare la resilienza della supply chain e nel sostenere la crescita dell’intera organizzazione.
Tra vantaggio economico e resilienza
Per troppo tempo il ruolo degli acquisti è stato confinato a una semplice gara alla contrattazione ma oggi il procurement moderno gioca su un campo molto più ampio e strategico per generare valore su più livelli, alcuni visibili, altri meno immediati ma pur sempre strategicamente decisivi. Pensiamo al valore economico: il risparmio non si esaurisce nel prezzo d’acquisto, ma si costruisce guardando all’intero ciclo di vita di beni e servizi. Con un approccio più ampio e lungimirante orientato al Total Cost of Ownership, si considerano aspetti come manutenzione, durata, efficienza e persino smaltimento. È qui che nasce il vero vantaggio economico e la sostenibilità di lungo periodo.
Ma c’è di più, il procurement è anche uno scudo contro i rischi di mercato. Le oscillazioni dei prezzi delle materie prime, le interruzioni nelle forniture, le crisi globali: eventi che possono sembrare inevitabili, ma che si possono gestire se si adottano scelte strategiche, si analizzano i mercati e si costruiscono partnership solide. Non è solo gestione operativa, è protezione del margine, continuità di business e crescita d’impresa. E non parliamo solo di efficienza: il procurement moderno non può più essere una funzione a sé stante, deve muoversi al passo con gli obiettivi strategici dell’impresa. Dalla selezione di fornitori locali per sostenere l’espansione internazionale, alla creazione di partnership che garantiscono compliance e innovazione: chi si occupa di acquisti oggi è protagonista nel guidare la crescita.
Innovazione e identità aziendale
Non dimentichiamo, poi, che attraverso il procurement passa gran parte dell’innovazione. Se coltiviamo relazioni di fiducia con i fornitori, questi diventano una fonte preziosa di idee, tecnologie e materiali in grado di migliorare prodotti, processi e competitività. Dallo sviluppo congiunto di nuove soluzioni alla scelta di materiali innovativi, il procurement è il punto d’accesso privilegiato al cambiamento.
Infine, ogni acquisto racconta qualcosa dell’identità aziendale. Il procurement responsabile riduce l’impatto ambientale, promuove pratiche etiche lungo tutta la filiera e risponde alle crescenti aspettative di trasparenza e sostenibilità privilegiando fornitori che operano secondo criteri green, economia circolare e rispetto delle risorse. Allo stesso tempo, attraverso pratiche etiche, il procurement contribuisce a garantire condizioni di lavoro dignitose, sicurezza e diritti lungo tutta la filiera. Non è solo un obbligo, ma una leva reputazionale sempre più decisiva. Ecco perché un procurement trasparente, innovativo e sostenibile rafforza la credibilità, alimenta il brand e prepara l’azienda alle sfide future.
Il valore che il procurement può generare è trasversale, concreto e strategico. Sta alle aziende riconoscerlo e trasformarlo in un vantaggio competitivo reale, facendolo evolvere e dandogli il ruolo che merita: quello di creatore di valore a 360°, capace di connettere le ambizioni dell’azienda con le esigenze di un mondo in rapido cambiamento".