Le catene di approvvigionamento globali restano un terreno instabile, tra conflitti, tensioni commerciali e nuove barriere tariffarie. Il Supply Chain Report 2025 di reichelt elektronik, realizzato da OnePoll su un campione di 250 aziende italiane, mette in luce un quadro composto da difficoltà persistenti, ma anche segnali di resilienza e un cauto ottimismo sulle prospettive future.
Il 95% delle aziende intervistate dichiara che le interruzioni della supply chain hanno avuto un impatto diretto sul business, con il 28% che parla di gravi disagi. I giorni di fermo produzione dovuti a colli di bottiglia sono tornati a crescere, raggiungendo una media di 23 contro i 17 del 2024. Tuttavia, il dato resta migliore rispetto ai 32 del 2023.
Il reperimento dei componenti, pur restando un punto critico, appare meno problematico rispetto agli anni passati: solo il 17% delle imprese considera oggi difficile l’acquisto, contro il 44% del 2024 e il 31% del 2023. Un segnale che spiega anche il maggiore ottimismo delle aziende: il 62% si aspetta un miglioramento nei prossimi dodici mesi, un balzo in avanti rispetto al 48% dello scorso anno.
Prezzi in rialzo e colli di bottiglia
Dietro al miglioramento della reperibilità si nasconde però un’altra criticità: l’aumento dei costi. Il 74% delle aziende segnala una pressione crescente sui prezzi dei componenti più critici.
Le difficoltà maggiori riguardano semiconduttori, schede elettroniche, batterie e sistemi di ricarica, ma anche ricambi e componentistica di base. La pressione competitiva da parte di fornitori low-cost esteri, invece, è leggermente calata: oggi è percepita come un problema dal 54% delle aziende, contro il 58% nel 2024.
Nonostante queste condizioni, emerge una maggiore solidità. La metà delle aziende ha già diversificato la propria catena di approvvigionamento, il 46% prevede di farlo a breve e il 43% ha scelto fornitori locali per ridurre la dipendenza globale. Allo stesso tempo, cresce l’attenzione alla cybersicurezza delle filiere, oggi priorità per quasi un’azienda su due.
Automazione come leva di resilienza e geopolitica
Un altro tassello fondamentale è rappresentato dall’automazione. Il 39% delle imprese ha già investito in soluzioni di automazione per la supply chain, mentre un ulteriore 41% prevede di farlo entro l’anno. L’elaborazione ordini e la gestione dell’inventario sono i processi più automatizzati (63% e 52% rispettivamente), seguiti dal tracciamento end-to-end delle spedizioni (41%).
Le tecnologie di “smart supply chain”, capaci di integrare funzioni predittive e pianificazione avanzata, sono ancora poco diffuse: appena il 37% ne ha adottate. I principali ostacoli restano l’integrazione con i sistemi esistenti, la dipendenza dai fornitori esterni e la sicurezza informatica, oltre a resistenze organizzative interne.
Guerre, dispute tariffarie e tensioni geopolitiche restano un macigno per la stabilità delle filiere. La guerra in Ucraina continua a essere vista come il fattore più negativo (59%), seguita dai timori per un conflitto commerciale tra UE e Cina (54%) e dai dazi imposti dagli Stati Uniti (44%).
Si cerca il rafforzamento dell'Europa
Di fronte a queste incognite, molte aziende guardano all’Europa come area di stabilità: il 46% ha stretto nuove partnership con operatori dell’Europa centrale, occidentale o settentrionale, e il 40% intende aprirne verso l’Europa meridionale ed orientale. Asia e Stati Uniti restano mercati di riferimento (48% e 40% rispettivamente), mentre Oceania e Africa hanno un peso marginale.
Non sorprende che le richieste al mondo politico vadano nella direzione del rafforzamento della coesione europea. Tra le priorità: rimozione delle barriere burocratiche (44%), investimenti in infrastrutture e tecnologie digitali, programmi di sostegno alle PMI e politiche per attrarre lavoratori qualificati dall’estero.
"La situazione delle filiere" - commenta Christian Reinwald, Head of Product Management & Marketing di reichelt elektronik - "è soggetta a rapide trasformazioni, a causa di pandemie, guerre, conflitti commerciali o altri eventi imprevisti. Le aziende devono saper cambiare e adattarsi altrettanto velocemente. L'automazione o le soluzioni di smart supply chain possono aiutarle in questo, e per il resto, la parola d'ordine è: mantenere la calma e perseverare. Questo dimostra la grande resilienza delle aziende, visto che oltre la metà (57%) si sente più positiva riguardo alla situazione economica della propria azienda oggi rispetto a un anno fa"