01/03/2024 di Roberto Bonino

Zendesk certifica il passaggio alla customer experience intelligente

L’edizione 2024 dello studio Cx Trends mette in luce il percorso che l’AI sta imprimendo alle relazioni fra aziende e consumatori. Sempre più i chatbot stanno diventando agenti digitali avanzati.

L’automazione sta prendendo spazio nei customer service e l’analisi de dati è la base per migliorare continuamente il supporto. Questi due elementi sintetizzano quella che si sta caratterizzando come l’era della customer experience intelligente. Zendesk ha provato a fotografarla nell’edizione 2024 dello studio Cx Trends, che ha coinvolto oltre 2.800 consumatori e 4.400 aziende di venti paesi nel mondo, fra i quali anche l’Italia,

Naturalmente, lo scenario degli ultimi dodici mesi è stato profondamente influenzato dalla repentina affermazione dell’AI generativa, anche se per ora molto più nelle aspettative che nei fatti. Da noi, infatti, il 48% delle organizzazioni ritiene che questa evoluzione tecnologica possa, nei prossimi due anni, cambiare completamente le modalità di interazione, mentre a livello globale siamo al 59%. In compenso, il 70% delle aziende del nostro Paese ritiene infatti che l'AI generativa possa aiutare a umanizzare le interazioni digitali (in linea con il resto del mondo).

In generale, anche i consumatori (43%) ritengono che il modo in cui interagiscono con un’azienda cambierà completamente entro due anni, ma si aspettano qualcosa di più dell’assistenza di base per ritenere migliorata la propria esperienza: “Le aziende in grado di colmare questo divario potranno offrire personalizzazioni su larga scala, migliorando la qualità del servizio riducendo al contempo i costi”, ha indicato Carlo Valentini, marketing manager di Zendesk Italia.

Nel rapporto vengono evidenziati anche gli elementi costitutivi dell’incombente era di Cx intelligente. I chatbot, in modo particolare, dovrebbero trasformando in agenti digitali avanzati, trasformando le interazioni dei consumatori, facilitando esperienze personalizzate, spontanee e interattive. Il 71% dei responsabili Cx in Italia (dato globale 70%) ritiene che i bot stiano diventando architetti di percorsi del cliente altamente personalizzati. Nonostante ciò, molti di loro sono consapevoli che i loro attuali strumenti non sono all’altezza del loro potenziale né delle aspettative dei clienti, tant’è vero che solo un modesto 20% dei manager italiani considera i chatbot equivalenti ad agenti digitali. D’altra parte, solo il 55% pensa che fra strumenti virtuali e persone fisiche debba esserci lo stesso livello di competenza e qualità (nel mondo la percentuale sale al 68%).

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Dato il ruolo sempre più importante dell’AI e della personalizzazione, i leader della Cx, non l’It, sono i nuovi attori primari della privacy dei dati, dovendo integrare la sicurezza nell’esperienza dei clienti per garantire protezione e facilità di interazione. Dai dati raccolti da Zendesk, l’82% dei responsabili Cx in Italia comprende la propria responsabilità nella protezione dei dati dei clienti, ma solo il 7% ritiene che il proprio dipartimento abbia un livello molto avanzato di conoscenza e competenza n quest’ambito (dato che sale al 28% su scala globale). Oggi, la sicurezza non è più una funzione aggiuntiva, ma va integrata direttamente nell’intero percorso del cliente. Il 78% dei responsabili Cx in Italia afferma di avere piani strategici dettagliati per rispondere agli inganni e alle frodi digitali, ma per converso il 42% dei consumatori indica che le aziende non fanno abbastanza.

Un altro aspetto rilevante nelle dinamiche evolutive del rapporto fra aziende e consumetori riguarda la progressiva sovrapposizione fra supporto e pura attività di vendita. Non a caso, sta prendendo il cosiddetto conversational commerce, dove i clienti possono effettuare acquisti direttamente dalla chat o messaggistica. Anche se le aziende ne colgono il potenziale, siamo ancora indietro in termini di implementazione. Si stanno effettuando investimenti in tal senso, ma al momento solo il 30% delle aziende italiane intervistate ha implementato il conversational commerce. Appare in crescita: lo shopping con live streaming abbinato all’assistenza agli acquisti in tempo reale, che piace soprattutto ai consumatori, perché promette un tocco più umano, una migliore conoscenza dei prodotti e consigli immediati dagli esperti. Anche qui, però, l’implementazione delle funzionalità di live streaming richiede risorse finanziarie, ma per l’81% dei responsabili della Cx si tratta di spese giustificate.

Da notare, infine, che il 71% delle aziende italiane (pari al dato globale) privilegia i canali digitali per il primo contatto, riservando l’uso della voce per risolvere i problemi più complessi dei clienti o le escalation.

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