11/06/2025 di redazione

Aziende italiane, il 30% usa l’AI regolarmente ma l’adozione è “acerba”

Secondo uno studio di Aws, il 71% delle imprese italiane ha un budget dedicato all’AI. Ma spesso ci si ferma a utilizzi di base, non davvero trasformativi.

In Italia, ogni 75 secondi l’intelligenza artificiale “conquista” una nuova azienda, che la utilizza per la prima volta. Questo il calcolo realizzato nel suo nuovo report  “Unlocking Italy's AI Potential 2025”, realizzato da Strand Partners per Amazon Web Services (Aws) su un campione di mille consumatori e mille rappresentanti di imprese italiane. Il calcolo dei 75 secondi parte dal fatto che, in base alle interviste, lo scorso anno oltre 420mila imprese italiane sono diventate utilizzatrici di AI. 

L’uso regolare, non occasionale dell’AI è altra cosa rispetto all’utilizzo episodico, ma va detto che entrambi i fenomeni sono in crescita: se nel 2024 il 23% delle aziende del campione usava l’AI “costantemente”, quest’anno siamo saliti al 30%.

Parallelamente crescono gli investimenti delle aziende italiane in AI, in media del 15% anno su anno: non è male, ma siamo sotto al +22% della media europea. Nel medio-lungo termine, fra tre anni, si prevede che per le aziende italiane del campione l’AI assorbirà il 15% del budget IT complessivo. Il 71% delle aziende italiane dispone attualmente di un budget dedicato all’AI, dato superiore alla media europea del 64%.

A parte il calcolo effettistico sui secondi che bastano all’intelligenza artificiale per guadagnare nuovi adepti, è forse più rilevante guardare ai risultati ottenuti. Ben il 93% delle aziende italiane utilizzatrici di AI ha registrato un aumento dei ricavi, con un incremento medio del 27% . Il 64% degli utenti ha registrato miglioramenti della produttività “significativi” o “trasformativi”. Inoltre nel 41% delle aziende è stato possibile, con l’AI, migliorare l’esperienza dei clienti, mentre nel 31% è stata ottenuta una maggiore automazione e un analogo 31% ha visto funzionare l’AI come stimolo all’innovazione. • 

Una maturazione non omogenea

Resta ancora un grande potenziale non sfruttato: per alcune aziende l’adozione è già ben avviata, altre hanno appena cominciato il percorso. Più precisamente, nel campione d’indagine, il 60% delle aziende è ancora concentrato sugli utilizzi più semplici, di base, mentre il 25% ha raggiunto uno “stadio intermedio” di adozione dell'AI e solo l'11% è in fase avanzata. Considerando solo le startup, che sono tendenzialmente più propense all’innovazione, il quadro cambia: il 23% usa l’intelligenza artificiale per “scopi avanzati”, il 29% ha lanciato nuovi prodotti o servizi basati sull’AI e il 25% la mette al centro della propria proposta commerciale.

 “Il ritmo di adozione dell'intelligenza artificiale in Italia dimostra il crescente riconoscimento da parte del Paese di questa tecnologia come motore cruciale per la trasformazione aziendale e la crescita economica”, ha commentato Giulia Gasparini, country leader di Aws in Italia. "Se da un lato stiamo assistendo a uno slancio eccezionale, con un'azienda che abbraccia l'AI ogni 75 secondi, dall'altro c'è ancora un enorme potenziale non sfruttato. Aws è impegnata ad aiutare le aziende italiane ad andare oltre la sperimentazione iniziale dell'AI, verso un'implementazione più profonda e strategica che possa davvero trasformare le loro attività e la loro competitività”.

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