Ancora un successo per Alphabet, anzi un nuovo record. Il colosso di Mountain View nel terzo trimestre dell’anno fiscale, terminato al 30 settembre, ha riportato quasi 88,3 miliardi di dollari di ricavi, che toccano una nuova vetta e che segnano una crescita del 15% (o del 16% a valuta costante) rispetto ai 79,69 miliardi dell’analogo periodo del 2023. Da un anno all’altro, il margine operativo trimestrale è salito dal 28% al 32%, mentre l’utile netto è passato da poco meno di 19,69 miliardi di dollari agli attuali 26,3 miliardi, con un incremento del 34%.
Le attività più in espansione sono quelle di Google Cloud, che in un trimestre ha fruttato 11,4 miliardi di dollari di ricavi, +35% anno su anno. La parte del leone spetta invece ancora alla divisione Google Services, che racchiude i servizi di advertising della rete Google, quelli del motore di ricerca, quelli di YouTube, di Android, di Maps e del marketplace Google Play: hanno smosso 76,5 miliardi di dollari nel trimestre, segnando una crescita del 13% anno su anno.
“Lo slancio che attraversa l’azienda è straordinario”, ha commentato l’amminsitratore delegato di Alphabet e di Google, Sundar Pichai. “Il nostro impegno per l’innovazione, insieme al nostro focus e investimento di lungo termine nell’intelligenza artificiale, ci stanno ripagando, con clienti e partner che beneficiano dei nostri strumenti di AI”.
Sundar Pichai, Ceo di Alphabet e Google
“In Search, le nostre nuove funzionalità di AI ampliano le possibilità riguardo al che cosa e al come poter cercare”, ha proseguito il Ceo. “In Google Cloud, le nostre soluzioni di AI contribuiscono a una più profonda adozione di prodotti da parte dei clienti esistenti, ma anche ad attrarre nuovi clienti e a siglare contratti più importanti. E i ricavi totali da pubblicità e sottoscrizioni su YouTube hanno per la prima volta superato i 50 miliardi di dollari negli ultimi quattro trimestri. Abbiamo ottenuto una forte crescita di ricavi nel trimestre e i nostri continui sforzi di migliorare l’efficienza hanno aiutato ad aumentare i margini”.
Così come le concorrenti Amazon e Microsoft, anche Google sta investendo per potenziare i propri servizi cloud con maggiori capacità di intelligenza artificiale, e questo significa soprattutto due cose. Da un lato, l’azienda sta investendo miliardi di dollari per costruire nuovi data center negli Stati Uniti, in Messico, in Asia (Tailandia e Malesia) e anche in Europa, con progetti annunciati in Grecia e in Belgio e altri già in fase di sviluppo in Norvegia, Paesi Bassi e Regno Unito. In Italia sono attualmente operative due “cloud region”, su Milano e su Torino.
Dall’altro lato, per spingere l’AI attraverso il cloud non serve solo potenza di calcolo, ma anche tecnologia. Google ha quindi giocato in casa, integrando la tecnologia proprietaria di
Gemini nella propria offerta di servizi, dagli analytics, alla cybersicurezza, allo sviluppo software, alle applicazioni di Workspace.
“Le attività di Google Cloud hanno nettamente superato le aspettative, con una notevole accelerazione e miglioramento dei margini”, ha commentato
Gil Luria, ricercatrice di D.A. Davidson. “
È in quest’area, principalmente, che Google ha saputo tradurre le proprie capacità di intelligenza artificiale in crescita dei ricavi”.