21/11/2016 di Redazione

Intel abbandona i wearable, o forse no: nuovi prodotti in arrivo?

Fonti confidenziali di TechCrunch sostengono l’imminente abbandono del mercato dei dispositivi indossabili, ma l’azienda ha smentito seccamente e ha parlato di nuovi oggetti in fase di sviluppo.

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Bracciali e orologi smart, occhiali di realtà aumentata e altri dispositivi indossabili: addio. Intel potrebbe essere intenzionata ad abbandonare le attività nel campo dei wearable device. Così hanno sostenuto alcune testate nel corso del weekend, salvo poi ricevere la netta smentita da parte dell’azienda di Santa Clara. Inizialmente TechCrunch aveva sinteticamente fatto sapere che “secondo fonti vicine all’azienda, Intel sta per ritirarsi dal mercato dei wearable in modo eclatante”.

 

Una nota firmata dalla società californiana nega tutto: “Intel non sta in alcun modo recedendo dal mercato degli indossabili. Stiamo lavorando, infatti, a numerosi prodotti di cui siamo entusiasti, mentre precedenti lanci mettono in luce la nostra tecnologia”. Il riferimento va all’orologio smart di lusso realizzato con Tag Heuer, lanciato un anno fa, nonché agli occhiali smart per sportivi (con bluetooth e applicazione di allenamento incorporata) prodotti da Oakley, un marchio del gruppo Luxottica.

 

Prodotti certo pregiati, che però non fanno che confermare l’impressione generale che si ha osservando l’attuale offerta. Sfiziosi, innovativi, veri gioielli hi-tech (spesso con prezzi da gioielleria), questi oggetti sembravano dover essere la “next big thing” dell’elettronica di consumo, ma così non è stato. Al contrario, i visori di realtà aumentata come Google Glass ed Epson Moverio si stanno affermando in specifici settori, diventando strumenti di supporto per la logistica e il retail, oppure guide multimediali e interattive per chi visita un museo. Diverso il discorso per i fitness band, la cui offerta è ormai molto ampia e piuttosto frammentata dal punto di vista dei prezzi, ma comunque attrattiva per fasce d’utenza ristrette come quelle degli sportivi e dei salutisti.

 

In generale, la grande affermazione degli indossabili ancora non c’è stata. Ma forse qualcosa potrebbe cambiare a breve, se si avvereranno le stime di Idc: per quest’anno si prospetta un aumento del 29% nelle unità distribuite (rispetto al 2015), fino a quasi 102 milioni di dispositivi. Sempre a detta di Idc, nel 2020 il livello salirà a 213,6 milioni di oggetti venduti in un anno.

 

 

L'orologio realizzato con Tag Heuer

 

 

E Intel? Il tempo dirà che avranno avuto ragione le voci di corridoio o quelle ufficiali. In questo campo l’azienda ha fatto alcuni investimenti, come un anno e mezzo fa l’acquisizione di Recon, società canadese produttrice di smart glasses dedicati agli sportivi. Nel 2014, invece, aveva acquistato Basis, poi confluita nella divisione New Devices Group di Intel.

Non è mancato un inciampo, che inevitabilmente ricorda quello eclatante del Galaxy Note 7 di Samsung: lo smartawtch Basis Peak, soggetto a una campagna di richiamo per un rischio di surriscaldamento (in realtà limitato allo 0,2% dei terminali). Sempre a detta di TechCrunch, un altro e ancora non annunciato modello di questa linea, Basis Ruby, potrebbe non vedere mai la luce. E in effetti basta visitare il sito di Basis per leggere il lapidario avviso: “dal 31 dicembre 2016 chiuderemo il servizio per tutti i dispositivi e le applicazioni”. In attesa di sviluppi, al momento l’interrogativo sui futuri wearable dal cuore Intel resta sospeso. Un abbandono ufficializzato è, invece, quello di Microsoft, compiutosi qualche settimana fa: da Redmond è arrivato l’annuncio di non voler procedere nello sviluppo e nella commercializzazione di future versioni del bracciale Band.

 

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