14/05/2011 di Redazione

Come farsi licenziare con Facebook

Facebook è fonte di parecchi guai per i dipendenti, e una risorsa di controllo per le aziende. Per essere al sicuro non basta non usarlo nell'orario di lavoro. Ecco i casi di licenziamento per Facebook da non imitare.

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Più volte vi abbiamo riferito notizie in cui si sottolineava come i social network siano sempre più integrati con la vita professionale degli utenti. A fronte di un'assiduità crescente dell'uso di Facebook da parte dei dipendenti, sono sempre di più le aziende che tengono d'occhio quello che accade online sia per decidere delle assunzioni (I direttori del personale ci spiano, su Internet!), sia per i licenziamenti (Facebook in ufficio? Rischi la denuncia per peculato).

A questo punto saranno in molti ad aver pensato che basta non usare Facebook dal computer d'ufficio per mettersi al riparo da problemi. Beh, è un grave errore. Ecco i casi più clamorosi di licenziamento legati direttamente a Facebook: da non imitare.

Camerieri e affini: mai sfogarsi su Facebook quando si torna a casa



Chi serve clienti per lavoro spesso fatica a stare dietro a tutte le richieste, magari anche poco educate. Anche se il cliente ha sempre ragione, a chi non scapperebbe qualche accidente contro quelli particolarmente molesti? Beh, meglio tenere la rabbia per sé. Non ci credete? Sappiate che Ashley Johnson era una cameriera di 22 anni che lavorava al Brixx Pizza nella sesta strada a Charlotte. Una coppia è restata seduta al tavolo per più di tre ore, costringendola a lavorare per un'ora oltre al suo orario di lavoro, e lasciando alla fine solo cinque dollari di mancia. L'arrabbiatura è stata tale da spingerla, quando è andata a casa, a collegarsi a Facebook e scrivere "Grazie per aver mangiato da Brixx, brutti tirchi del cavolo". (in linguaggio più colorito). I proprietari del ristorante hanno letto il messaggio e l'hanno licenziata per aver violato la politica aziendale parlando in modo denigratorio dei clienti.

Stessa sorte è capitata a 13 hostess della Virgin Atlantic Airlines, che sono state licenziate per aver insultato i passeggeri e avere criticato gli standard di sicurezza della società tramite Facebook. L'azione disciplinare è stata avviata dopo che gli assistenti di volo avevano tenuto un dibattito in Facebook nel quale si etichettavano i passeggeri della Virgin Atlantic come ignoranti maleducati. Inoltre hanno raccontato che la flotta della compagnia aerea era infestata dagli scarafaggi e che i motori a reazione erano stati sostituiti quattro volte in un solo anno. I contenuti sono stati immediatamente rimossi da Facebook e i dipendenti hanno dovuto lasciare il lavoro. Il direttore delle comunicazioni di Virgin Atlantic ha spiegato che "Non vi è alcuna giustificazione per il personale di qualsiasi compagnia aerea che usa Facebook come cassa di risonanza per criticare i passeggeri, che alla fine pagano i loro salari".

Professori e maestri senza vocazione

I funzionari della North Carolina Charlotte-Mecklenburg School hanno licenziato un insegnante perché aveva pubblicato su Facebook dichiarazioni dispregiative sui suoi studenti. L'insegnante ha inserito nel suo profilo di Facebook, alla voce professione, la dicitura "insegnate nel ghetto di Charlotte". Il direttore scolastico ha riferito che questa osservazione poco azzeccata ha portato anche altri insegnanti a postare commenti negativi sugli studenti. I colleghi sono stati licenziati o sospesi a seconda della gravità delle loro affermazioni.

Il fatto più grave è però accaduto a Brooklyn, dove Christine Rubio, un insegnante di scuola elementare, ha perso il lavoro dopo avere pubblicato dei commenti agghiaccianti sui suoi studenti. Subito dopo una tragedia in cui un alunno è sciaguratamente annegato, la Rubio (con 15 anni di esperienza) ha pubblicato un post in cui scriveva che: "Dopo oggi, sto pensando che la spiaggia sia una gita indicata per la mia classe. Odio il loro coraggio".

La foto che è costata il licenziamento ad Ashley Payne

Odiare gli alunni è poco decoroso, ma non lo è nemmeno amarli troppo: chissà se l'ha imparato Chadwin Reynolds, professore della Bronx High School, che ha chiesto l'amicizia a circa una dozzina di studentesse alle quali ha scritto messaggi del tipo: "Questa è sexy", sotto alcune delle loro foto su Facebook. E' stato licenziato all'inizio di quest'anno.

Infine un consiglio: date sempre il buon esempio ai vostri alunni, anche quando siete in vacanza, prima che vi accada qualcosa di analogo a quello che è capitato a Ashley Payne, un'insegnante che è stata costretta a dimettersi dopo che i dirigenti scolastici hanno visto una sua foto su Facebook in cui teneva in mano un bicchiere di vino e un boccale di birra. La foto era stata scattata mentre la maestra era in vacanza in Europa, ma il fatto che fosse fuori servizio non è valso come attenuante. Il capo della Apalachee High School, a Winder, in Georgia, le ha offerto un ultimatum: essere sospesa dall'incarico o dimettersi. Ora Ashley sta combattendo una dura battaglia legale per riavere il suo lavoro, ma non capisce ancora cosa sia successo. La ragazza assicura, infatti, che tutte le sue impostazioni di privacy erano su "alto", e che quindi solo i suoi amici più stretti avrebbero potuto vedere quell'immagine.

Cheerleader e Mr Potato

La cheerleader dei New England Patriots Caitlin Davis è stata licenziata per una serie di foto che sono apparse su Facebook, in cui insieme a un amicodisegnava sul  il corpo di un'amica svenuta su un divano. La Davis e l'amico hanno scritto sull'ignara conoscente parole quali "sono un Ebreo", corredate da svastiche. Questa bravata è evidentemente stata poco gradita ai proprietari dei Patriots Bob e Myra Kraft, che peraltro sono membri della Anti-Defamation League.

Mr Potato

Stessa sorte per Andrew Kurtz, un ragazzo di 24 anni di New Brighton, che alla fine del quinto inning di ogni gioco dei Pittsburgh Pirates correva in campo con altri 17 compagni nascosti in un costume da Mr Potato per intrattenere la folla. Peccato che abbia pensato bene di scrivere su Facebook commenti sprezzanti sulla sua squadra. Nel messaggio che ha incautamente pubblicato si è rivolto direttamente al presidente della squadra di Frank Coonelly, al direttore generale Neal Huntington e al manager John Russell, dicendo che "Coonelly prorogato i contratti di Huntington e Russell e per tutta la stagione 2011, il che significa che ci aspettano 19 sconfitte sicure una in fila all'altra". Non sappiamo cosa faccia oggi Kutz, ma di certo non è più Mr Potato.

Se siete malati, non accendete il computer!

Una donna che lavorava presso la National Suisse in Svizzera è rimasta a casa dal lavoro per una forte emicrania, dicendo che aveva bisogno di restare in silenzio in una stanza buia. Peccato che, una volta a casa, si sia collegata a Facebook e abbia iniziato ad aggiornare la sua pagina. I suoi capi si sono accorti della sua attività e l'hanno licenziata in tronco.

 

Nathalie Blanchard, invece, aveva preso un lungo periodo di astensione dal lavoro per depressione nel lontano 2008. Nella sua pagina di Facebook ha però pubblicato delle foto in cui era ritratta in spiaggia, sorridente e con un aperitivo in mano. Vista la foto, la società di assicurazioni le ha tolto il sussidio: la depressione non c'è.

Non fingetevi oggetti o cadaveri

Tania Dickinson, un ex dipendente di 34 anni del Ministero per lo sviluppo sociale a Auckland, ha descritto sé stessa come un "fermacarte molto costoso, altamente competente nell'arte dello spreco di tempo". La citazione preferita della signora Dickinson sulla sua pagina di Facebook era "capo, posso andare a casa malata?". E' stata licenziata.

The Lying Down on the Game Job

Alcuni infermieri del Great Western Hospital di Swindon, nel Wiltshire in Inghilterra, hanno partecipato a un gioco di Facebook che si chiama "The Lying Down on the Game Job" e che consiste nel fotografare persone giacciono a faccia in giù sul posto di lavoro. Il personale si è fatto immortalare disteso sul pavimento dell'ospedale, sui tavoli di rianimazione, e presso l'eliporto. Quando i responsabili dei reparti hanno visto le immagini pubblicate su Facebook li hanno mandati a casa con una lettera di licenziamento in mano.

Tre fuoriserie

Nessuno dei tre casi che stiamo per descrivervi ha portato alla perdita del posto di lavoro, ma queste vicende sono arrivate alla ribalta delle cronache e sono costate sicuramente qualche lavata di capo.

Una donna britannica che era stata selezionata per far parte della giuria popolare in un processo ha pubblicato su Facebook i dettagli sul procedimento in corso e ha aggiunto "non so a chi dare ragione, ditemi cosa ne pensate". Una segnalazione anonima ha consentito di scoprire il messaggio e di individuare la donna, che è stata immediatamente espulsa dalla giuria.

 

Una guardia reale di Sua Maestà la regina d'Inghilterra è stata licenziata dopo che ha espresso il suo disappunto su Kate Middleton. Cameron Reilly, 18 anni, ha commesso l'errore di non dire la sua in un pub britannico, ma su Facebook, dove ha scritto una irripetibile sequela di insulti contro la futura regina, definendola, fra le altre cose, una maitress di lusso (per usare un'accezione elegante del termine). Il suo post è stato fatto sparire dal web e Reilly è stato rimosso dall'incarico nella parata della sfilata per le nozze reali. Un portavoce dell'esercito ha spiegato che : "In considerazione della natura delle accuse, non sarebbe stato appropriato farlo apparire nella parata per le nozze reali."

 

Dulcis in fundo, Suor Maria Jesus Galan ha dovuto lasciare il convento di Santo Domingo el Real a Toledo, in Spagna, perché passava troppo tempo su Facebook. Alle consorelle confessò che la sua attività Facebook le aveva "reso la vita impossibile".

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