28/04/2023 di Redazione

Intel, crollo di ricavi e utili ma si va avanti con la trasformazione

Nel primo trimestre l’azienda di Santa Clara visto calare del 134% anno su anno gli utili netti. Il Ceo Pat Gelsinger rassicura: è uno “stabile progresso nella nostra trasformazione”.

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Da tempo Intel sta affrontando una impegnativa trasformazione, puntando al taglio dei costi ma anche all’incremento della capacità produttiva, il che naturalmente richiede investimenti. Il calo di domanda nel mercato dei Pc, dove tradizionalmente è leader, e i ritardi nella produzione trimestre dopo trimestre hanno mostrato il loro peso su ricavi e utili, e il primo quarter del 2023 ha segnato un record negativo: il giro d’affari è calato del 36% anno su anno, passando tra 18,4 a 11,7 miliardi di dollari (Q1 2022 versus Q1 2023). La marginalità si è ridotta dal 50,4% al 34,2% e gli utili sono scesi da 8,1 miliardi a un rosso di 2,8 miliardi di dollari, con un crollo del 134%.

I numeri sono comunque superiori alle attese degli analisti, tant’è che alla luce di questi risultati il titolo Intel a Wall Street ha guadagnato qualche punto percentuale. “Abbiamo ottenuto nel primo trimestre dei risultati solidi, che rappresentano uno stabile progresso nella nostra trasformazione”, ha dichiarato l’amministratore delegato, Pat Gelsinger.

Sotto la sua guida negli ultimi anni l’azienda ha cercato di accelerare le attività di fonderia (la divisione Intel Foundry), facendo valere il proprio ruolo di fornitore per altre aziende della supply chain. Per la strategia IDM 2.0 Intel ha investito negli ultimi anni decine di miliardi di dollari, destinati al potenziamento delle linee di produzione e all’avvio di nuovi impianti.

“Restiamo cauti sull’outlook macroeconomico”, ha proseguito Gelsinger, “ma ci focalizziamo su quello che possiamo controllare nel portare avanti la IDM 2.0: spingere una execution costante su tutti i processi e le roadmap di prodotti e fare progressi nelle attività di fonderia per posizionarci al meglio per capitalizzare l’opportunità di mercato da mille miliardi di dollari all’orizzonte”. Grandi ambizioni, dunque, ma anche la consapevolezza di un futuro non del tutto prevedibile. Gli ultimi dati di Gartner sul mercato dei semiconduttori, d’altra parte, suggeriscono cautela.

Nel trimestre quattro su cinque divisioni aziendali sono in calo, ovvero Client Computing Group (processori per Pc e dispositivi, con ricavi a -38% anno su anno), Data Center and AI (server e applicazioni di intelligenza artificiale, -39%), Network and Edge (-30%) e i citati Intel Foundry Services (-24%). Crescono solo, del 16% anno su anno, i ricavi di Mobileye, divisione (già azienda acquisita) che si occupa di tecnologie di computer vision per il settore automobilistico.

Intel si aspetta di lanciare sul mercato entro la fine dell’anno la prossima e quinta generazione di processori Xeon Scalable (nome in codice Emerald Rapids), destinati a installazioni data center. Bisognerà aspettare la prima metà del 2024 per i processori battezzati per ora come Sierra Forest, i primi Intel Xeon basati unicamente su E-Core (core di efficienza) e su nodo di processo Intel 3. I Granite Rapids, focalizzati al contrario sulle prestazioni, arriveranno a poca distanza. 

 

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