30/11/2017 di Redazione

La Mela al contrattacco: Qualcomm accusata di furto di brevetti

Ribaltamento delle parti nella complessa vicenda che oppone la Mela al chipmaker: quest'ultimo, secondo la nuova accusa della società di Cupertino, avrebbe utilizzato sui processori Snapdragon alcune tecnologie brevettate di Apple, relative alla gestione

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Ribaltamento delle parti, in quella che è l'ennesima controaccusa e l'ennesima miccia nei rapporti fra Apple e Qualcomm. A detta dell'azienda di Cupertino, il chipmaker avrebbe usato senza permesso e senza pagare royalty alcuni brevetti della Mela, trasferendoli sui processori Snapdragon. Secondo quanto riferito da Reuters, mercoledì è stato depositato in un tribunale distrettuale di San Diego un esposto in cui Apple accusa Qualcomm di aver utilizzato almeno sei tencologie protette da brevetto, relative alla gestione della batteria da parte dei processori.

I modelli interessati sono lo Snapdragon 800 e l'820, mentre le tecnologie rivendicate servono a ridurre al minimo i consumi energetici degli smartphone, per esempio disattivando o mettendo a risposo funzioni del chip non necessarie in un dato momento. L'azienda di Tim Cook chiede dunque un non precisato risarcimento, aggiungendo carne sul fuoco in una vicenda giudiziaria e mediatica ormai impossibile da riassumere in poche parole.

Tutto è cominciato nel gennaio di quest'anno con l'esposto depositato da Apple alla Federal Trade Commission statunitense, dove si specificava la richiesta di un miliardo di dollari di risarcimento per le royalty “maggiorate” imposte da Qualcomm per l'uso dei modem baseband all'interno degli iPhone e degli iPad. Dopo circa due mesi, a marzo, la Mela aveva interrotto il pagamento delle royalty di fronte a quello che definisce come “un modello di business illegale, che rallenta l'innovazione”, e lo stesso avevano poi fatto quattro dei suoi fornitori taiwanesi (Foxconn, Pegatron, Wistron e Compal).

 

 

 

Da parte sua, Qualcomm aveva reagito prima citando in giudizio la società di Cupertino per i mancati pagamenti delle licenze, e poi estendendo l'accusa ai quattro fornitori asiatici. Nel frattempo, a complicare la posizione (giudiziaria ed economica) del chipmaker, in ottobre dall'organismo antitrust di Taiwan è arrivata una multa da 733 milioni di dollari: l'accusa è la medesima, quella di aver imposto prezzi eccessivi ai produttori di hardware interessati ai modem e alle licenze di Qualcomm.

La società dei processori Snapdragon attraversa una fase non facile, penalizzata dai mancati introiti delle royalty negate e dalle spese legali, ed è in odore di acquisizione da parte di Broadcom. E certo non aiuterà la scelta di Apple, per ora solo chiacchierata, di rivolgersi a Intel per la fornitura di componenti dei futuri iPhone.

 

 

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