18/03/2021 di Redazione

La sanità nel post covid accelera verso il cloud ibrido

Nutanix evidenzia come la crisi pandemica abbia accentuato la trasformazione digitale del settore sanitario. Nei prossimi anni la quota di data center proprietari si assottiglierà ancora.

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Che impatto ha avuto e avrà il covid-19 sulle scelte tecnologiche delle aziende? Questa è una delle domande poste da Vanson Bourne a un campione di 4.300 responsabili IT di società dislocate fra Americhe, Europa, Medio Oriente, Africa e regione Asia-Pacifico nell'ambito dell'annuale indagine di Nutanix, l'”Enterprise Cloud Index”.  I risultati dell'indagine, giunta alla sua terza edizione, sono stati pubblicati qualche mese fa, ma ora Nutanix ha comunicato i dati specifici relativi al settore sanitario, un ambito che nel 2020 come mai prima di allora è stato sconvolto nelle sue dinamiche a causa della pandemia di coronavirus.

 

In generale, lo studio di Nutanix (condotto intorno alla metà del 2020) ha evidenziato che trasversalmente ai settori di mercato il modello infrastrutturale destinato a imporsi è quello del cloud ibrido.  L'86% degli intervistati ha detto di considerarlo come l'opzione ideale, intendendo per “cloud ibrido” sia gli ambienti on-premise creati accostando server e infrastrutture iperconvergenti (Hci) sia l'esternalizzazione di risorse su cloud pubblici o privati. E nell'ambito della sanità questa convinzione è ancor più diffusa: il modello ibrido è quello ideale per ben il 94,5% dei responsabili IT di questo settore.

 

Si nota un deciso incremento rispetto allo scenario del 2019, quando la percentuale dei responsabili IT del settore sanitario innamorati del cloud ibrido era dell'87%. Questi sono però desideri, intenzioni. Nella realtà attuale, il modello infrastrutturale totalmente on-premise è ancora presente nel settore sanitario più che in altri ambiti: nel 27% dei casi, contro il 17,5% della media riscontrata da Nutanix. Tuttavia, stando alle dichiarazioni degli intervistati, nei prossimi cinque anni questo divario si assottiglierà: la quota di data center proprietari calerà del 21% e di contro i deployment di cloud ibrido aumenteranno del 32%. Il 64% dei responsabili IT del settore sanitario ha già adottato o sta implementando infrastrutture iperconvergenti e la quota surclassa il 50% della media riscontrata nell'indagine. 

“Con la diffusione del covid-19, le aziende del settore sanitario si trovano in una fase cruciale poiché devono accelerare il processo di trasformazione digitale per soddisfare meglio le esigenze dei pazienti e degli operatori sanitari”, ha dichiarato Cheryl Rodenfels, healthcare strategist di Nutanix. “Mentre i responsabili IT concordano sul fatto che il cloud ibrido sia un fattore chiave di questa trasformazione, le aziende della sanità hanno bisogno di identificare soluzioni IT che le aiutino in questo percorso, dall’investimento in cloud privati basati su infrastrutture Hci, al trovare modi per collegare efficacemente gli ambienti cloud privati e pubblici, mantenendo la sicurezza e i costi in primo piano”.

 

Sicurezza, privacy e conformità rappresentano una sfida significativa per la trasformazione digitale del settore: la pensa così il 58% degli intervistati (contro il 51% della media globale). Le aziende del comparto sanitario, inoltre, considerano il controllo dei costi (45%) e la continuità aziendale (45%) sfide importanti e queste percentuali superano quelle degli altri ambiti di mercato.

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