11/04/2022 di Redazione

Nuove scoperte scientifiche con il computer spaziale di Hpe

Il sistema di calcolo edge Spaceborne Computer-2 ha completato 24 esperimenti, che spaziano dalla stampa 3D in orbita alla vita degli astronauti.

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La missione spaziale di Hpe Spaceborne Computer-2 prosegue e può annunciare i suoi primi successi. Il sistema di calcolo edge di seconda generazione, lanciato in orbita lo scorso anno, dalla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) ha completato 24 esperimenti di ricerca, che senza questa sofisticata macchina avrebbero richiesto anni o decenni per essere realizzati. I risultati raccolti permetteranno di far progredire l’assistenza e la sicurezza degli astronauti in missione, l’elaborazione e l’interpretazione delle immagini satellitari, la connettività Internet, la stampa 3D, l’intelligenza artificiale e altre attività portate avanti in campo aerospaziale da enti come la Nasa, Axiom, Cornell University, Comucore, Microsoft e Titan Space Technologies.

 

Grazie alla sua dotazione di server, unità grafiche e tecnologie di intelligenza artificiale e machine learning, Spaceborne Computer-2 (Sbc-2) riesce a eseguire operazioni complesse in una frazione del tempo richiesto a un normale sistema di calcolo(“da giorni mesi a giorni a minuti”, specifica Hpe), potendo quindi elaborare una varietà di dati, anche immagini, pressoché in tempo reale. In particolare, il computer utilizza un server Hpe ProLiant DL360 e un sistema convergente Hpe Edgeline  Converged EL4000 Edge.

Quest’ultimo consente di eseguire molte analisi direttamente sulla macchina, anziché dover inviare dati grezzi ai sistemi di terra e attendere di ricevere il risultato elaborato, un meccanismo che fa allungare i tempi e che si scontra con inevitabili problemi di latenza. A detta di Hpe, con Spaceborne Computer-2  i tempi si riducono fino a ventimila volte. Se prima, per fare un esempio, servivano più di 12 ore per mandare dalla stazione spaziale alla stazione di Terra 1,8 GB di dati grezzi su una sequenza del Dna, con Sbc-2 bastano sei minuti per elaborare a bordo della Iss gli stessi dati e poi estrarre insight significativi, comprimerli in 92 KB e inviarli sulla Terra.

“Dotando di capacità di edge computing e intelligenza artificiale la Stazione Spaziale Internazionale, con Spaceborne Computer-2 abbiamo contribuito a sostenere una comunità di ricerca collaborativa che condivide l'obiettivo di realizzare scoperte scientifiche e ingegneristiche a beneficio dell'umanità, sullo spazio e qui sulla Terra", ha affermato Mark Fernandez, responsabile del gruppo di ricerca di Spaceborne Computer-2 all’interno di Hpe. "Siamo orgogliosi di questo lavoro, tutt’ora in corso, che ha già portato a 24 esperimenti completati da varie organizzazioni, i quali aprono la via a nuove possibilità per l'esplorazione spaziale e al raggiungimento di nuove pietre miliari per l'umanità".

 

Parole un po’ enfatiche, ma giustificate. Innanzitutto, come si diceva il computer ha mostrato che è possibile per gli astronauti inviare dati sulla Terra a velocità fino a 20mila volte superiori, anche sfruttando importanti fattori di compressione.  Uno degli esperimenti, condotto da Nasa, Microsoft e Hpe, ha riguardato l’uso dell’intelligenza artificiale per analizzare le immagini fotografiche e i video che mostrano i guanti degli astronauti. L’algoritmo di analisi può rilevare segni di usura, strappi e tagli, e in questi casi il programma di intelligenza artificiale genera una foto corredata da annotazione e la invia sulla Terra. 

 

Hpe Spaceborne Computer-2

 

Un altro esperimento ha permesso al Jet Propulsion Laboratory della Nasa di interpretare le immagini satellitari di terreni e strutture fotografati dopo un disastro naturale, come può essere un’alluvione, un uragano o un terremoto. Impiegando diverse reti di inferenza di deep learning è stato possibile definire i danni subiti dagli edifici o dalle infrastrutture del territorio. Queste tecniche potrebbero, in futuro, diventare di comune impiego sui veicoli spaziali, i quali potrebbero inviare informazioni alla protezione civile o ad altre autorità incaricate di prestare soccorso.

 

Il computer di Hpe ha anche messo al lavoro un software di simulazione della stampa 3D sviluppato dalla Cornell University. Il programma ha aiutato a capire come funzionerebbe la stampa tridimensionale nelle difficili condizioni dello spazio e come prevedere eventuali guasti e deformazioni che possono verificarsi durante le operazioni. Cumucore, un fornitore di soluzioni di rete mobile privata, ha invece testato sul computer di Hpe la propria rete core 5G (insieme a emulatori Ran e altre funzionalità), per dimostrare qual è il valore dell’utilizzo di una rete di questo genere su satelliti e veicoli spaziali. Un altro degli esperimenti ha visto coinvolti Hpe e gli studenti indiani del progetto Codewars, che hanno sviluppato applicazioni scritte in C++, Python e Fortran. Una di esse ha lo scopo di calcolare la quantità di carburante necessaria per determinate distanze in viaggi spaziali che non prevedono rifornimento.

 

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