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Rete unica Tim-Open Fiber, accordo fatto e governo contento

Il ministro Vittorio Colao ha commentato positivamente l’accordo raggiunto tra i due operatori e Cdo, Kkr e Macquarie. All’Italia serve “un'infrastruttura potente e forte”.

Pubblicato il 30 maggio 2022 da Redazione

Grazie alla rete unica di Tim e Open Fiber, finalmente l’Italia potrà avere quella “'infrastruttura potente e forte” di cui ha bisogno. Parole del Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, che intervenendo all’assemblea di Assolombarda ha commentato il raggiunto accordo fra Tim, Cassa Depositi e Prestiti, Kkr, Macquarie Group e Open Fiber. Il memorandum d’intesa approvato dai consigli di amministrazione delle parti rende più concreta l’idea, di cui si discute da anni, di una rete di telecomunicazioni unica, non integrata verticalmente, capace di portare le velocità della fibra ottica in tutta Italia.

 

Le parti in gioco sono quindi Tim e l’operatore wholesale OpenFiber, insieme ai loro azionisti Cdp (proprietario del 10% di Tim e del 60% di Open Fiber), il fondo statunitense Kkr (detentore del 37,5% di Fibercop, la società wholesale di Tim) e  la banca d’investimento australiana Macquaire (proprietaria del 40% di Open Fiber, in precedenza nelle mani di Enel). Il Memorandum of Understanding, come si legge in una nota diffusa da Tim, punta ad “accelerare la diffusione della fibra ottica e delle infrastrutture Vhcn (Very High Capacity Networks) sull’intero territorio nazionale, permettendo così l’accesso ai servizi più innovativi ed efficienti offerti dal mercato alla generalità della popolazione, agli enti pubblici e alle imprese, contribuendo in tal modo ad uno sviluppo più celere, duraturo e sostenibile del Paese”.

 

L’accordo prevede che le attività infrastrutturali di rete fissa vengano separate da quelle commerciali di Tim (tramite un’operazione societaria o combinazione di operazioni societarie da definirsi) e integrate con la rete  controllata da Open Fiber, secondo modalità da definirsi. Tim portà poi focalizzarsi primariamente sui “servizi di telecomunicazione e trasmissione di dati”, lasciando a Open Fiber le attività di gestione e manutenzione dell’infrastruttura.

 

Quello firmato è un accordo non vincolante, ma le parti si sono impegnate a “negoziare in via esclusiva e in buona fede i termini e condizioni dell’Operazione con l’obiettivo di addivenire alla firma di eventuali accordi vincolanti entro il 31 ottobre 2022”. In parole semplici, entro la fine di ottobre dovranno essere definite tutte le modalità e procedure. Ma qualcosa in più dovrebbe essere svelato già il prossimo 7 luglio, giorno in cui verrà presentato nei dettagli il nuovo piano industriale di Tim, già approvato. Sotto la guida di Pietro Labriola verranno create due società distinte, NetCo e ServCo: la prima gestirà i servizi di rete infrastrutturali, la seconda includerà la telefonia (fissa e  mobile, consumer e business), i servizi cloud e Ict e le attività di Tim Brasil.

Intanto, come prevedibile è arrivata la benedizione del governo, che tramite Cdp ha un coinvolgimento diretto dell’operazione. “Adesso abbiamo cinque mesi importanti, i Cda delle aziende insieme devono trovare le formule pratiche per realizzare questo progetto", ha detto Colao, riporta Ansa. "Abbiamo sempre detto che avevamo come obiettivo una rete forte che sostenga tutto il Paese, anche le aree meno connesse. Vedo che c'è un bisogno di un'infrastruttura potente e forte nel Paese per poter arrivare dappertutto e questa infrastruttura non può essere nelle mani di un solo operatore, deve essere ovviamente al servizio di tutti".
 

Tag: reti, fibra ottica, rete, tim, Vittorio Colao, open fiber, infrastrutture

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