Tim, avanti con il taglio dei costi e nello sviluppo della rete
Nel primo semestre il gruppo ha raggiunto al 70% il proprio target annuale di taglio dei costi operativi. Proseguono i lavori con OpenFiber per la copertura Ftth delle aree bianche.
Pubblicato il 04 agosto 2022 da Redazione

Telecom Italia è sempre più vicina alla scissione, cioè alla strategia che porterà alla nascita di due componenti distinte: NetCo, che gestirà i servizi di rete infrastrutturali, e ServCo, che comprenderà la telefonia fissa e mobile, i servizi cloud e Ict di Tim Enterprise, Tim Consumer e Tim Brasil. Intanto la società ha pubblicato la relazione finanziaria del secondo trimestre, periodo in cui in Italia “è proseguita l’azione di stabilizzazione e di rilancio del business domestico”, è stata confermata la “strategia di posizionamento premium” (che punta al valore anziché ai volumi) e soprattutto l’azienda è andata avanti nel proprio piano di contenimento dei costi e miglioramento dell’efficienza strutturale (“Piano di Trasformazione”).
A tal proposito, i risultati cominciano a essere rilevanti. Nei primi sei mesi del 2022 Tim è riuscita a ridurre di circa 200 milioni di euro i propri costi operativi, arrivando al 70% del traguardo complessivo fissato per quest’anno. Inoltre sono state identificate “ulteriori aree di efficienza legate anche alla razionalizzazione delle Capex e dei leasing, con il conseguente innalzamento a 1,5 miliardi di euro (da 960 milioni di euro) entro il 2024 del target cumulato di riduzione dei cash cost rispetto ad un andamento inerziale”, ha fatto sapere l’azienda.
Gruppo Tim ha ora un indebitamento finanziario netto after lease pari a 19,3 miliardi di euro, su cui pesa anche il pagamento effettuato per consentire a Tim Brasil di acquisire una parte di Oi (gli asset di telefonia mobile). D’altra parte il colosso delle telecomunicazioni ha potuto incassare a fine luglio un finanziamento bancario di 2 miliardi di euro, reso possibile dalla Garanzia Sace, un pacchetto di misure a sostegno delle aziende italiane colpite dagli effetti della pandemia.
L’andamento del secondo trimestre di Tim
Nel periodo di aprile-giugno i ricavi di Gruppo si sono attestati a 3,9 miliardi di euro, segnando un calo del 1,4% anno su anno ma anche un miglioramento rispetto al trimestre precedente. Ma in questo dato complessivo si celano due andamenti molto diversi tra loro: mentre Tim Brasile ha segnato un incremento di ricavi di oltre il 21% anno su anno (da 833 milioni di euro a oltre 1 miliardo di euro), le attività italiane hanno visto calare il giro d’affari dai 3,1 miliardi di euro del secondo trimestre 2021 ai 2,9 miliardi di euro del secondo trimestre 2022.
Risultati che, comunque, non stupiscono alla luce del generale andamento del mercato italiano delle telecomunicazioni degli ultimi anni, segnato da un incremento della competizione e da un calo dei prezzi. A questo, come sappiamo, si sono sommati gli effetti della pandemia, tra cui anche il rallentamento degli acquisti di nuovi smartphone (a cui si lega spesso l’attivazione di nuovi servizi, per esempio il traffico voce e dati in 5G).
Banda ultralarga, Tim va avanti da sola e in tandem con Open Fiber
Nel frattempo Tim sta proseguendo nello sviluppo infrastrutturale: nel giro di sei mesi, la copertura delle unità immobiliari tramite rete FTTH (Fiber To The Home) è passata dal 25% al 28%. Inoltre lo scorso maggio Tim, FiberCop (operatore wholesale partecipato da Tim) e Open Fiber hanno siglato un accordo commerciale che consente il riutilizzo delle infrastrutture di rete nelle cosiddette “aree bianche”, cioè quelle a fallimento di mercato.
Open Fiber acquisterà da FiberCop il diritto d’uso per infrastrutture aeree e collegamenti d’accesso alla casa del cliente, per un controvalore complessivo di oltre 200 milioni di euro; specularmente, nelle aree bianche Tim metterà a disposizione dei clienti la fibra ottica di Open Fiber. Questo, secondo le stime,, permetterà di attivare su rete Open Fiber almeno 500mila clienti che chiederanno di utilizzare la tecnologia FTTH. L’intesa “inaugura una nuova fase di relazioni tra i principali operatori infrastrutturali italiani”, uniti nell’obiettivo di tappezzare tutta l’Italia con reti di tipo VHCN, cioè very high capacity network.
I progetti di Tim legati al Pnrr
Tim ha anche incassato una serie di successi per progetti di sviluppo della rete fissa e mobile, previsti dal Pnrr: si è aggiudicata tutti i lotti della gara “5G Backhauling” per la rilegatura in fibra di 11 mila siti mobili; sette lotti della gara “Italia 1 Giga”, corrispondenti a 1,2 milioni di unità immobiliari da coprire in fibra ottica nelle aree grigie entro il 2026; quattro lotti della gara “Connected Schools” per la copertura in fibra e la fornitura di connettività a circa 5.900 scuole; due lotti della gara “Connected Healthcare” per la copertura in fibra e la fornitura di connettività a circa 3.100 istituti sanitari.
Per quanto riguarda la realizzazione del Polo Strategico Nazionale, cioè l’insieme di data center ad alta sicurezza per le attività e i dati della Pubblica Amministrazione, il 7 luglio il consorzio composto da Tim, Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti e Sogei ha esercitato il diritto di prelazione nell’ambito della gara europea per la realizzazione e gestione di tale infrastruttura.
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