01/04/2021 di Redazione

VMware punta a semplificare il cloud journey

Un singolo punto di controllo per tutta l’infrastruttura, sia essa on-premise, multicloud o edge. Su questa base si muovono gli aggiornamenti del vendor, che pone l’accento sulla necessità di rendere più agevole il cloud journey delle aziende.

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Una delle grandi sfide per le aziende oggi passa per la modernizzazione del proprio portafoglio applicativo, sotto forma di quello che viene definito cloud journey, con questo sottintendendo che non si tratta di un processo diretto e lineare, ma di una vera e propria strategia, da gestire in un contesto nel quale i retaggi legacy devono convivere con i processi di trasformazione digitale.

Spesso si parte da monoliti e il lavoro di migrazione può essere pesante: “L’80% dei nostri 300mila clienti implementa applicazioni in ambienti distribuiti, dove soluzioni destinate a restare in locale nei data center devono dialogare con altre allocate su cloud pubblici o infrastrutture edge, più vicine all’utilizzatore finale”, osserva Raghu Raghuram, chief operating officer di VMware. “Per tenere sotto controllo costi, evoluzioni tecnologiche e sicurezza, alle spalle ci vuole un’infrastruttura consistente”.

Il vendor ha già provveduto di recente a semplificare la propria offerta di servizi di gestione applicativa, proponendo da un lato Tanzu per l’implementazione di applicazioni containerizzate e dall’altro VMware Cloud Foundation per estendere l’infrastruttura di rete verso il cloud pubblico. In questo modo, la proposta è evoluta da una sorta di estensione public cloud-based alle piattaforme private della prima ora a un gateway per implementazioni e gestioni multicloud.

L’obiettivo di VMware è convincere le aziende a utilizzare la propria console di gestione, capace di unificare ciò che si trova su differenti infrastrutture, potendo visualizzare tutti gli asset distribuiti in modo uniforme: “La nuova Cloud Console, in particolare, fornisce visibilità e controllo end-to-end su tutta l’infrastruttura e consente di gestire da un singolo punto il provisioning di nuovi servizi e il consumo di risorse”, spiega Mark Lohmeyer, senior Vp e general manager della società americana. “Questo consente ai clienti di far girare contemporaneamente le tradizionali applicazioni basate su macchine virtuali e quelle più moderne, realizzate su container e Kubernetes”.

Baghu Baghuram e Mark Lohmeyer, fra i massimi esperti di cloud journey in VMware

Nel tentativo di far convergere chi lavora con le classiche licenze e i sottoscrittori di VMware Cloud in un gruppo unificato, la società sta lanciando quella che chiama l'opzione di abbonamento Cloud Universal. Per i clienti che avevano già acquistato opzioni di licenza a lungo termine per l'infrastruttura cloud on-premise, risalendo fino a vSphere 4, viene ora offerto un modo per convertire il tempo rimanente in crediti Cloud Universal. In questo modo, “gli abbonati di VMware Cloud Foundation on-site possono convertire il valore rimanente dei loro abbonamenti nel nuovo ambiente ogni volta che desiderano migrare carichi di lavoro su VMware Cloud su Aws o su Dell Emc, senza dover attendere la scadenza delle licenze, a protezione degli investimenti effettuati”, aggiunge Lohmeyer.

VMware aggiunge alle novità fin qui descritte anche App Navigator, un servizio che aiuta a valutare e dare priorità al lavoro di sviluppo, in modo da spostare le applicazioni su soluzioni cloud in base al loro valore di business. I consulenti del vendor o dei suoi partner lavorano insieme per progetti studiati su un arco temporale di quattro settimane per definire la roadmap di riarchitettura delle applicazioni con la logica dei container.

 

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