13/12/2024 di Roberto Bonino

Joule, il copilota di Sap inizia a far proseliti in Italia con Prysmian

L’azienda produttrice di cavi è fra le prime ad aver installato la tecnologia di GenAI, nel contesto di un progetto più complessivo di migrazione a Rise with Sap.

Jesper Schleimann, chief AI officer di Sap Emea. Sullo sfondo Carla Masperi, presidente e amministratore delegato di Sap Italia

Jesper Schleimann, chief AI officer di Sap Emea. Sullo sfondo Carla Masperi, presidente e amministratore delegato di Sap Italia

Sperimentazioni tante, implementazioni in produzione poche e limitate a tecnologie off-the-shelf. Il quadro della maturità nell’utilizzo dell’AI generativa nelle aziende è in divenire, ma ancora poco strutturato, secondo lo scenario analizzato da Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio sull’artificial intelligence del Politecnico di Milano. Ma c’è chi fa eccezione, come Prysmian, che ha già implementato il copilota di Sap, Joule per migliorare l’approccio ai dati nei 26 use case identificati dall’azienda per elevato impatto sul business e sull’operatività delle persone.

Ma andiamo con ordine. Lo scenario fotografato dal Politecnico di Milano (su scala europea) indica che l’AI sta impattando soprattutto le funzioni legate alle vendite (49%), alla supply chain (43%) e al customer service (38%). Quella generativa passa nella maggioranza dei casi (62%) per l’adozione di soluzioni off-the-shelf e solo in quota minoritaria per personalizzazioni (32%) o approcci ibridi (24%): “Ci sono realtà più avanzate, che stanno già capitalizzando sulle esperienze effettuate in termini di data strategy, competenze e lezioni imparate”, ha aggiunto Piva, “e altre che ancora non sanno come gestire i rischi collegati alla GenAI e come creare personalizzazioni basate sui propri dati”. Si può aggiungere che il mercato italiano dell’AI vale oggi 760 milioni di euro, ma solo il 5% è fatto di progetti di GenAI e, comprensibilmente, siano soprattutto le grandi aziende ad aver sviluppato progetti in questa direzione.

La strada verso la maturità nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, e in particolare di quella generativa, è ancora lunga nel contesto italiano, più indietro rispetto a quello europeo, a sua volta più indietro rispetto a quello americano: “Solo il 13% delle organizzazioni continentali si trova oggi in una fascia di utilizzo che va dalla pratica all’allineamento completo della strategia AI con gli obiettivi di business”, rincara Jesper Schleimann, chief AI officer di Sap Emea. “Occorre prendere coscienza che stiamo parlando della nuova interfaccia utente per gli anni a venire e che il successo si ottiene calando la tecnologia nei processi di business”.

Catello Voccia, group application delivery director di Prysmian

Catello Voccia, group application delivery director di Prysmian

Il big tedesco sta naturalmente spingendo molto su questo fronte innovativo e ora soprattutto su quella che sembra essere la tendenza destinata a caratterizzare il 2025, ovvero quella degli agenti autonomi: “Abbiamo costruito le fondamenta della nostra strategia sulla Business Technology Platform e siamo arrivati ad avere una AI embedded in tutte le nostre applicazioni”, ha aggiunto Schleimann. “Un fondamentale passo avanti è stato compiuto di recente con il lancio di Joule, un copilota in grado di comprendere le azioni e le richieste in linguaggio naturale, senza necessità di conoscere alcunché in termini di programmazione. Abbiamo già creato oltre cento use case con questa tecnologia e l’anno prossimo contiamo di arrivare a 250”.

In Italia, ci sono aziende che stanno seguendo il loro fornitore applicativo di riferimento anche in questa direzione. Abbiamo citato Prysmian, che nel corso dell’anno ha completato, in soli quattro mesi, la migrazione del proprio ambiente Erp (gestisce l’80% del fatturato e delle transazioni commerciali) verso Rise with Sap, sposando quindi la visione infrastrutturale full-cloud sottesa.

Da poco, il produttore di cavi (108 stabilimenti nel mondo, un fatturato di 17,7 miliardi di euro e oltre 30mila dipendenti) ha implementato anche Joule per migliorare l’approccio ai dati: “L’intelligenza artificiale sarà un boost importante per la nostra nuova business strategy Connect to Lead”, ha confermato Catello Voccia, group application delivery director di Prysmian. “Abbiamo identificato 26 use case con un elevato impatto sul business e sull’operatività delle persone, partendo dai 100 scenari di AI generativa offerti da Sap”.

Prysmian rappresenta un caso d’avanguardia che il vendor tedesco può legittimamente presentare al pubblico. La migrazione a Rise è oggi il vero scoglio ancora da scavalcare, almeno in Italia, per una bella fetta dei clienti attivi. Sap ha scelto di spingere su una sorta di aut-aut tecnologico, che comporta per tutti il passaggio al cloud, necessario per poter sfruttare il potenziale delle nuove tecnologie, quindi anche dell’intelligenza artificiale. Convincere chi ancora lavora con le versioni Ecc e S/4Hana on premise è la scommessa da vincere per il vendor e il suo ecosistema di partner.

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