08/10/2024 di Redazione

L’AI ridisegna il mercato del lavoro anche in Italia

Normative e sviluppi tecnologici stanno creando nuovi ruoli e una domanda crescente. L’head hunter Techyon individua le professioni in ascesa e anche quali stipendi percepiranno.

Immagine generata con l'AI

Immagine generata con l'AI

Secondo le stime più recenti, il mercato europeo dell'intelligenza artificiale valeva circa 34 miliardi di dollari nel 2023 e registrerà una crescita prevista fino a 209 miliardi entro il 2030. Questo rapido sviluppo evidenzia l'importanza di una regolamentazione adeguata per garantire una crescita sostenibile e sicura. Per questo, L'Unione Europea ha recentemente introdotto l'AI Act, normativa che propone una classificazione dei sistemi di intelligenza artificiale in base al loro livello di rischio per la sicurezza e i diritti delle persone, stabilendo requisiti e obblighi sia per i fornitori che per specifici utenti di tali sistemi.

Alla luce delle nuove esigenze di compliance e della rapida diffusione dell’AI nell’operatività quotidiana delle imprese, anche lo scenario del mercato del lavoro è destinato a evolvere, soprattutto per far spazio a nuove professioni. Techyon, head hunter specializzato in It recruitment, ha studiato in Italia l’andamento delle ricerche delle quali abitualmente si occupa per capire dove si sta orientando la domanda e quali prospettive, anche economiche, si stanno aprendo per chi riuscirà a specializzarsi nel campo dell’intelligenza artificiale.

Alcune professioni sono già oggi ambite e, quindi, promettono stipendi di assoluto interesse. Fra queste, primeggia l’artificial intelligence architect, professionista che progetta e sviluppa l'infrastruttura necessaria per implementare soluzioni di AI all'interno di un'azienda, definendo l'architettura dei sistemi, integrando modelli di machine/deep learning e assicurando la scalabilità e l'efficienza delle soluzioni. Si tratta di un profilo middle/senior con una Ral annua stimata fra i 60 e i 70mila euro.

Ala ricerca di specialisti tecnici con cultura etica

Interessanti sono anche i ruoli di ingegneria nel campo del cloud, dei big data e dell’AI stessa. Qui parliamo di stipendi lordi annui fra i 45 e i 55mila euro, per professionisti chiamati a sviluppare, gestire e testare soluzioni nei rispettivi ambiti di lavoro. Nel mondo delle grandi quantità di dati, occorre essere esperti in architetture di data warehouse, per poter collaborare con i team di data expert per ottimizzare il processo di analisi. L’artificial intelligence engineer si focalizza, invece, sull'utilizzo di modelli di machine learning e deep learning per risolvere problemi complessi e migliorare processi aziendali.

Infine, stanno emergendo anche figure più specialistiche, di profilo più intermedio. Il prompt engineer, in particolare, è un soggetto specializzato nella progettazione, sviluppo e ottimizzazione di prompt per modelli di intelligenza artificiale, con un focus particolare sui modelli di elaborazione del linguaggio naturale. A seconda della tipologia di azienda e incarico, può avere una Ral annua oscillante fra i 25 e i 60mila euro. Gli specialisti di machine learning e data labeling (identificare ed etichettare dati grezzi come immagini, testi e video per addestrare modelli di AI) si attestano invece su remunerazioni lorde annue intorno ai 40mila euro.

Poiché l’AI Act ha fra i propri scopi anche quelli di facilitare la libera circolazione e il riconoscimento dei sistemi di AI conformi alle norme Ue e favorire programmi di incentivi, finanziamenti e orientamento per lo sviluppo e l'implementazione di sistemi sicuri ed etici, le prospettive per chi saprà sviluppare le competenze corrette sono più che interessanti: “Continueremo a offrire la nostra expertise per identificare le competenze chiave richieste dal mercato, assicurando che le aziende siano ben equipaggiate per integrare soluzioni di intelligenza artificiale conformi alle nuove normative”, commenta Giorgia Cazzulani, executive director di Techyon. “Occorre impegnarsi per promuovere un ambiente di lavoro in cui l'innovazione tecnologica possa prosperare, sempre nel rispetto degli standard etici e legali vigenti”.

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