Oggi si parla di sovranità digitale molto più di quanto non si facesse nel recente passato: un risultato legato alle nuove regole europee per la cyber resilienza, ai lavori ancora in corso per la migrazione in cloud di molte aziende e ai rapidi sviluppi tecnologici dell’intelligenza artificiale. Anche gli hyperscaler del cloud computing stanno coltivando questa area di offerta con investimenti in nuovi data center e in “regioni cloud” da posizionare in Unione Europea, ma chiaramente gli operatori europei si posizionano per le aziende del Vecchio Continente come scelta più naturale, coerente e di garanzia (rispetto non solo alla collocazione geografica dei dati, ma alla giurisdizione).
In questo contesto la francese Ovhcloud ha annunciato un anno fa di voler realizzare la sua prima Regione 3-AZ italiana, ubicata a Milano: la sigla identifica infrastrutture con particolari caratteristiche di prestazioni, bassa latenza e garanzie di continuità. Sono, infatti, composte da tre availability zone indipendenti l’una dall’altra e distanziate di circa 30 chilometri. Da poche settimane la regione è operativa e fa da trampolino all’intera offerta di public cloud dell’operatore, inclusi i servizi di storage, networking, servizie gestiti per Kubernetes e per database.
Nel data center italiano di Ovhcloud sono anche disponibili soluzioni di Virtual Private Server (Vps), che hanno il duplice vantaggio della latenza estremamente bassa e della conformità normativa. I dati vengono elaborati e conservati in territorio italiano e nel pieno rispetto delle normative europee sul loro trattamento.
“Tre grandi cambiamenti dirompenti che hanno recentemente stravolto convinzioni radicate: il risveglio politico dell’Europa rispetto alla sua dipendenza digitale, la determinazione delle imprese europee a riconquistare l’autonomia tecnologica e la rivoluzione portata dall’AI”, ha detto durante il recente l’Ovhcloud Summit di Parigi il presidente del Cda e amministratore delegato,
Octave Klaba.
“Oggi tutti riconoscono che generare domanda è essenziale per favorire l’emergere di leader digitali. In questo contesto, voglio ribadire l’ambizione di Ovhcloud: diventare un provider globale di cloud e AI capace di supportare l’intera economia e svolgere un ruolo sistemico”.
Octave Klaba, Ceo di Ovhcloud
L’intelligenza artificiale per clienti e partner
Oltre che sul tema della sovranità, Ovhcloud sta puntando sul rafforzamento delle infrastrutture IT per i workload di intelligenza artificiale e su nuovi servizi di piattaforma. Come annunciato al summit di Parigi, sono disponibili nuove soluzioni per la creazione di digital twin professionali, basate sull’integrazione dell’agente di coding SHAI nella chat OmisimO AI.
Per consentire attività di inferenza su calcolo parallelo, Ovhcloud ha potenziato i propri sistemi di data center con gli acceleratori SambaNova: le diverse opzioni di calcolo proposte sono rivolte sia ai workload a bassa latenza sia alle elaborazioni batch. C’è un terzo annuncio riguardante l’intelligenza artificiale: ha debuttato un programma di collaborazione rivolto ai vendor SaaS, che permette loro di introdurre capacità “agentiche” nelle proprie applicazioni. L’iniziativa prevederà sessioni di formazione, condivisione del codice, hackathon e integrazione nel marketplace OmisimO di Ovhcloud.
Il debutto nel quantum computing
A Parigi l’azienda ha annunciato anche la sua prima offerta di “Quantum-as-a-Service”, ovvero un servizio che permette di utilizzare in cloud il processore Orion Beta da 100 qubit sviluppato da Pasqal. Tecnicamente si tratta di una Qpu, una Quantum Processing Unit, basata su 100 qubit. Ovhcloud ci aveva già parlato della propria strategia per il quantum computing, tesa a democratizzare l’accesso a questa tecnologia. Una strategia che prevede anche la proposta di emulatori quantistici: al momento contano già più di mille utlizzatori.
Siamo solo all’inizio, perché dopo il debutto dell’offerta basta su Orion Beta arriveranno, da qui al 2027, altri otto sistemi di calcolo quantistico, fra cui sette europei. A detta di Octave Klaba, il quantum computing “ridefinirà i confini economici grazie a una potenza di calcolo e simulazione senza precedenti”, ha detto il Ceo dal palco parigino. “Ovhcloud si posiziona in prima linea in queste innovazioni, coinvolgendo e trainando l’intero ecosistema”.
Ovhcloud sta anche utilizzando il quantum computing al proprio interno, per potenziare e migliorare i servizi. Lo scorso settembre, prima fra i cloud provider, l'azienda ha cominciato a usare il calcolo quantistico nei certificati SSL per rafforzare la sicurezza dei siti Web ospitati nei propri data center.