Non ci sono solo gli smartphone e la telefonia mobile nel paniere di Nokia. Un’area che si è sviluppate negli ultimi anni è quella che rientra sotto il cappello Cloud & Network Services, che contiene una divisione concentrata sullo sviluppo e sulla fornitura di soluzioni innovative per le infrastrutture di rete, con un occhio di riguardo particolare al cloud e alle tecnologie di nuova generazione, in primis il 5G.
Per comprendere la natura di questo filone di business e le prospettive di sviluppo su scala globale e in Italia, abbiamo incontrato il presidente di questa business unit di Nokia, Raghav Sahgal.
Dove opera la divisione Cloud & Network Services in Nokia? Come si posiziona sul mercato?
La nostra responsabilità è, una volta costruita la rete, quella di aiutare a fornire il software per la gestione e l’operatività dell’infrastruttura, in modo da collegarla all'ecosistema più ampio di sviluppatori e applicazioni interessati a servirsene. Questo è il nostro core business, ma abbiamo un'attività separata all'interno della divisione, che si occupa della costruzione di reti private per spazi industriali come miniere, porti, aeroporti, strutture critiche, industrie manifatturiere e altro, che richiedano la creazione di reti private.
Raghav Sahgal, presidente di Nokia Cloud & Network Services
Nel 2023 Nokia ha dismesso la propria attività nel settore delle infrastrutture. Qual è il significato di questo passaggio e qual è ora il focus dopo questa decisione?
Dietro questa svolta, c’è l’obiettivo di diventare un fornitore di software agnostico rispetto all'infrastruttura cloud. Le nostre soluzioni devono essere in grado di funzionare su qualsiasi infrastruttura, si tratti di hyperscaler o di fornitori come Red Hat, VMware o altri. Di fatto, ci sono realtà più focalizzate di noi sulla parte infrastrutturale, che richiede ingenti investimenti. Abbiamo così deciso di cedere il nostro asset cloud a Red Hat, nella convinzione che il nostro valore come azienda è quello di essere in grado di costruire applicazioni che funzionino su qualsiasi piattaforma.
Tuttavia, avete venduto l’infrastruttura a Red Hat e non a un hyperscaler. Qual è stato il motivo della scelta? Solo per dimostrare ai clienti che siete veramente agnostici?
In parte sì, ma volevamo soprattutto preservare il rapporto con gli oltre 150 clienti che utilizzavano la nostra piattaforma cloud, affidando il nostro asset a qualcuno che assicurasse di gestirlo responsabilmente. Comunque, non siamo legati a Red Hat e le nostre applicazioni funzionano su qualsiasi piattaforma. È sempre il cliente a fare la scelta più opportuna per il proprio business.
Nel mercato coperto dalla vostra business unit, c'è anche un altro grande concorrente storico come Ericsson. Le società che operano in questo campo hanno qualche difficoltà a trasformare questo business in un'attività redditizia. Qual è il vostro percorso per ottenere un’adeguata redditività?
In realtà, dal 2021 a oggi, noi non siamo mai stati in perdita. Siamo l'unico fornitore che ha costantemente realizzato profitti nel business del software e abbiamo sviluppato una strategia molto solida per creare valore laddove necessario, monetizzarlo e farlo in modo responsabile. Questo è il nostro principale elemento di differenziazione.
Uno degli sviluppi più promettenti nel mercato che coprite potrebbe essere il 5G, in particolare la tecnologia del network slicing. Quali sono le prospettive di sviluppo per l’edge computing?
La promessa del 5G risiede nella capacità di segmentare la rete. Per farlo, bisogna passare alla modalità standalone, ma per ora solo il 17-20% degli operatori utilizza un vero 5G privato con questa logica. Si tratta di un passaggio necessario per ottenere una monetizzazione degli investimenti. Anche gli operatori europei stanno iniziando a considerarlo ed è fondamentale per soddisfare le esigenze di aziende che non vogliono interruzioni del servizio. Il network slicing consente di personalizzare la rete per diversi casi d'uso, rendendola deterministica e adattabile. Noi stiamo spingendo quest’innovazione a livello globale perché crediamo che questa sia la strada per monetizzare il 5G.
Un altro grande tema quando si parla di tecnologia oggi riguarda l'uso e il potenziale dell'intelligenza artificiale in tutte le sue declinazioni, generativa e non solo. Nel vostro mercato specifico, quali sono le applicazioni principali che state già implementando con i vostri clienti o su cui state investendo?
Per quanto riguarda il machine learning, l'intelligenza artificiale classica, siamo molto impegnati in diversi ambiti. Una delle applicazioni principali è l'integrazione nei nostri sistemi, poiché siamo chiamati a gestire grandi quantità di dati. Utilizziamo l’AI per migliorare le prestazioni, ottimizzare i processi, fare analisi delle cause principali, e altre funzioni che creano valore. Inoltre, la impieghiamo per specifici casi d'uso: potrebbe trattarsi di risparmio energetico, rilevamento dei guasti, miglioramento delle prestazioni e così via. Riferendoci, invece, all’AI generativa, abbiamo integrato capacità di questo tipo nella nostra offerta di sicurezza, dove un copilot può aiutare gli analisti a identificare le minacce alla rete e a gestirle. Anche se crediamo fermamente che l'AI cambierà il futuro e che la sua adozione sia necessaria, è essenziale introdurla con le giuste cautele e in modo responsabile.
Come molte altre aziende, anche Nokia negli ultimi anni ha fatto acquisizioni importanti. Oltre a Infinera, nel campo delle tecnologie ottiche, una delle più recenti riguarda Rapid Api. Qual è il significato di queste operazioni? Cosa cercate nelle aziende che decidete di assorbire?
Crediamo che il mondo delle Api sia assolutamente essenziale per collegare la rete all'ecosistema degli sviluppatori. Questo è un investimento chiave per sviluppare la nostra piattaforma, chiamata Network-as-a-Code. Durante lo sviluppo, ci siamo resi conto che la fase successiva richiedeva un sistema di gestione delle Api particolarmente robusto, e l'acquisizione di Rapid Api si è basata sulla convinzione che questa tecnologia fosse fondamentale per l'evoluzione della nostra strategia.
Parliamo ora dell'Italia. Riguardo alla vostra business unit, qual è il significato della vostra presenza in Italia, chi sono i vostri clienti più importanti e qual è la vostra strategia specifica per il mercato italiano?
Il mercato italiano è molto interessante per noi, ma è anche in trasformazione. Ci sono processi di consolidamento in corso e, in alcuni casi, nuovi operatori emergenti. Questo crea molte opportunità per noi. Crediamo di avere le capacità giuste per aiutare i clienti sia durante questa fase di cambiamento, perché non si tratta solo di trasformare le aziende, ma anche di diventare più innovativi. Ci sono due target principali che possiamo considerare. Uno riguarda i fornitori di telecomunicazioni, ma il secondo, uno dei nostri ambiti di crescita più rapida, è il settore enterprise e delle industrie. Parliamo di realtà come le utility, le società petrolifere, la manifattura, i porti e gli aeroporti, per le quali abbiamo fornito molte reti private. La base di qualsiasi digitalizzazione è una solida infrastruttura di comunicazione e noi siamo leader mondiali in questi settori. Non forniamo solo connettività, ma una piattaforma edge computing che integra dispositivi, applicazioni e accesso.