30/05/2024 di Valentina Bernocco

Presente e futuro dell’intelligenza artificiale: il punto di vista di un vendor italiano

Qual è l’attuale panorama di adozione dell’AI e quali evoluzioni possiamo aspettarci? Una chiacchierata con il Ceo di Neuraltech, società che sviluppa la tecnologia Userbot.ai.

Dove ci porterà l’intelligenza artificiale? Come si trasformerà, nei prossimi anni, questa tecnologia e come il suo utilizzo impatterà sulle aziende, sul modo in cui operano e si relazionano con i clienti? Nessuno può dirlo con certezza, ma un’azienda come la milanese Userbot.AI, che dal 2017 sviluppa tecnologie di AI conversazionale, ha un buon punto di osservazione sul fenomeno. Tra i suoi clienti annovera l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), Aboca, il Comune di Rimini, il Comune di Bologna, Cup Solidale, Namirial e il Policlinico Gemelli di Roma (per il quale ha contribuito a creare un assistente virtuale a supporto dei pazienti che devono sottoporsi a endoscopia).

In seguito all’ingresso di Smeup nel capitale sociale, lo scorso marzo, Userbot.ai è diventato un marchio della neocostituita Neuraltech. Abbiamo parlato del presente e del futuro dell’AI con Gionata Fiorentini, chief executive officer di Neuraltech.

Vi occupate di intelligenza artificiale fin dalla vostra nascita, nel 2017. Come è cambiato da allora il mercato, dal punto di vista della domanda e dell’offerta?

Sotto entrambi i punti di vista il mercato dell’IA in azienda è indubbiamente cambiato profondamente. Lato domanda, c’è oggi maggiore consapevolezza delle potenzialità dell’AI in termini di efficienza operativa, ottimizzazione dei processi e personalizzazione dell’esperienza utente. È cresciuta anche la richiesta di soluzioni per affrontare sfide specifiche e sfruttare opportunità di business, con una parallela diversificazione degli ambiti di applicazione, come sanità, produzione e logistica. Lato offerta, invece, non solo abbiamo assistito al moltiplicarsi di realtà che offrono software e servizi di consulenza specializzati, ma anche a notevoli progressi tecnologici, come algoritmi e modelli di apprendimento automatico più avanzati. Si è, inoltre, intensificata l’attenzione verso le questioni etiche, con un progressivo impegno delle imprese verso trasparenza, equità e conformità normativa.

Qual è la vostra previsione sul futuro dell’intelligenza artificiale?

Ciò che ci attende è, innanzitutto, un proseguimento dell’evoluzione delle tecniche di apprendimento automatico, come il deep learning, l’apprendimento federato e quello trasferibile. Sul fronte aziendale, credo che assisteremo alla diffusione di soluzioni di AI ibride e multi-cloud, che combinano l'on-premise con servizi cloud per ottenere flessibilità, scalabilità e accesso a risorse di calcolo e dati distribuiti, oltre alla sempre maggiore integrazione dell’AI nei processi aziendali per l'automazione end-to-end di flussi di lavoro complessi. Ciò che è indubbio è che queste tecnologie saranno un driver della quarta rivoluzione industriale, giocando un ruolo di primo piano nella trasformazione di settori come produzione e logistica.

Gionata Fiorentini, Ceo di Neuraltech

Gionata Fiorentini, Ceo di Neuraltech

A che punto sono le aziende italiane nel percorso di adozione della GenAI?

In questo momento sempre più aziende stanno adottando la GenAI per migliorare e personalizzare l’esperienza utente e ottimizzare i processi interni. Le nostre tecnologie vengono applicate a molteplici casi d’uso, tra cui assistenza clienti, acquisizione e qualificazione automatica dei lead tramite chatbot e supporto tecnico, e in settori di ogni tipo, dalla sanità alla Pubblica Amministrazione, dal manifatturiero fino ai classici e-commerce e ai servizi finanziari. Particolarmente interessante è l'utilizzo dell’AI all’interno delle linee di produzione, su attrezzaggio, setting, manutenzione, diagnostica e risoluzione dei problemi associata al monitoraggio e controllo remoto. Chiaramente, in integrazione con sistemi Erp e di gestione della manutenzione computerizzata.

In particolare, quali utilizzi state osservando nell’ambito della Pubblica Amministrazione?

Nel mondo della PA le nostre tecnologie sono in grado di supportare i cittadini rispondendo alle domande frequenti, assistendoli nei processi burocratici e offrendo informazioni sui servizi. L’AI può inoltre elaborare automaticamente i documenti, estraendo dati da restituire ai cittadini in linguaggio naturale, e automatizzare processi burocratici ripetitivi come la gestione delle pratiche, la compilazione di moduli e la verifica della documentazione. In particolare, grazie alla collaborazione con alcuni grandi ospedali italiani, i nostri chatbot multicanale trovano applicazione anche nella sanità pubblica, dove rappresentano il tramite tra medico e paziente, fornendo informazioni specifiche, assistendo nello svolgimento della prestazione o creando percorsi di cura personalizzati.

Pensate che esistano, a monte, delle problematiche ancora da risolvere nella gestione dei dati?

È necessaria una premessa: la qualità dei dati è fondamentale per l'affidabilità dei modelli. Quando i dati sono incompleti o inaccurati, le prestazioni dei modelli di intelligenza artificiale possono essere compromesse, con risultati non attendibili. Detto ciò, esiste indubbiamente un tema di interoperabilità dei dati che, se dispersi in sistemi e formati diversi, complicano l’analisi e l’elaborazione da parte degli algoritmi. I dati, inoltre, possono incorporare bias e pregiudizi socio-culturali che possono essere amplificati dagli algoritmi durante il processo di apprendimento e portare a decisioni discriminatorie o ingiuste. Queste sono criticità su cui il settore può e deve ancora intervenire adeguatamente.

L’entrata in vigore del’AI Act potrebbe, secondo voi, agire da deterrente per l’adozione di tecnologie come i large language model, a causa dei rischi di mancata compliance?

L'AI Act può influenzare l'adozione degli Llm in Italia, ma dipenderà dalla risposta delle aziende e delle autorità di controllo, che ci auguriamo siano orientate a garantire un equilibrio tra innovazione, compliance ed etica. Il rischio di mancata conformità ai requisiti normativi previsti dall’atto potrebbe indurre le aziende ad approcciarsi con maggiore cautela all'adozione di tecnologie come queste. Nonostante le potenziali restrizioni, però, le realtà che vogliono rimanere competitive sul mercato globale non potranno ignorare tali evoluzioni.

Che cosa cambierà, nella vostra strategia e offerta, in seguito all’accordo societario con Smeup?

L'accordo rappresenta una partnership finanziaria e industriale, finalizzata all'espansione di prodotti e servizi. Smeup sta portando risorse e competenze aggiuntive e, in modo speculare, le nostre competenze in tema di AI stanno contaminando l'offerta di Smeup. Grazie alla loro rete di clienti, la soluzione Userbot.AI ha un accesso privilegiato a nuovi mercati, in particolare quello manifatturiero, e maggiori risorse per investire in ricerca e sviluppo che ci consentono di innovare e creare tecnologie all’avanguardia.

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