Un’unione fugace, o così parrebbe: Advanced Micro Devices (Amd) ha completato l’acquisizione di ZT Systems da poche settimane, con un accordo da 4,9 miliardi di dollari, e oggi già ne annuncia la vendita a Sanmina Corporation, un produttore di dispositivi e componenti elettronici californiano. Ma attenzione: Amd cederà soltanto le attività di produzione di ZT Systems, che coprono semiconduttori come Gpu e acceleratori di calcolo ma anche server, sistemi per lo storage, rack integrati e componenti di rete.
La transazione dovrebbe concludersi intorno alla fine dell’anno, superato l’iter di approvazione e le condizioni di chiusura previste dal contratto. L’accordo, del valore di 3 miliardi di dollari, prevede anche che Sanmina diventi partner e fornitore di Amd, consentendo a quest’ultimo di approvvigionarsi di chip direttamente dagli Stati Uniti. Amd conserverà, invece, la gestione operativa delle attività di sviluppo dei chip e la connessa proprietà intellettuale.
La strategia sottostante (già esplicitata nell’estate del 2024, in occasione dell’annuncio della futura acquisizione di ZT Systems) è chiara, in tempi di dazi e limitazioni all’import/export che impattano sui flussi commerciali di tecnologie informatiche avanzate tra Stati Uniti e Cina. Le stesse dinamiche stanno spingendo aziende cinesi come Xiaomi a internalizzare lo sviluppo di chip e aziende statunitensi come Nvidia a differenziare l’offerta in modo da poter continuare a vendere nella Repubblica Popolare.
Sanmina conta 13 fabbriche ubicate negli Stati Uniti, oltre a un sito produttivo in Canada e a tre in Messico. “Ci aspettiamo di rafforzare le nostre capacità produttive basate negli Stato Uniti per sistemi di AI di scala cluster e rack, e di accelerare la qualità e il time-to-market per i nostri clienti del cloud", ha dichiarato Forrest Norrod, executive vice president della divisione data center solutions di Amd.
Nel primo trimestre di quest’anno Amd ha ottenuto 7,4 miliardi di dollari di ricavi (+36% su base annua) con un margine operativo lordo pari al 50% e un utile netto pari a 709 milioni di dollari. Tra i grandi cloud provider clienti spiccano Google e Oracle, che hanno recentemente incrementato gli ordini di Cpu della gamma Epyc destinate ai propri data center.