Con l'arrivo del nuovo Ceo Lip-Bu Tan, intenzionato a dare nuova linfa vitale a un'azienda che ha decisamente perso smalto da qualche tempo, è iniziato il periodo delle grandi manovre in Intel. Seguendo un piano raccontato fin dall’inizio del mandato, il nuovo uomo forte della società ha dato indicazioni di sbarazzarsi rapidamente delle attività non redditizie e di riconcentrare il focus su quello che storicamente è il core business.
La prima decisione importante riguarda la cessione del 51% della divisione Altera al fondo tecnologico Silverlake. La transazione ha un valore di 4,46 miliardi di dollari e parte, quindi da una valutazione di Altera pari a 8,75 miliardi di dollari. Secondo la rete americana Cnbc, Intel era alla ricerca di un comproprietario dall'autunno del 2024, con l'obiettivo però di ottenere una valutazione di circa 17 miliardi di dollari, leggermente superiore ai 16,7 miliardi di dollari pagati nel 2015 per l'acquisizione iniziale.
Ricordiamo che Altera è una delle aziende pioniere degli Fpga (circuiti logici programmabili). All'epoca dell’acquisizione originaria, Intel voleva sia affermarsi in questo mondo, ma anche offrire ai clienti dei processori Xeon delle versioni personalizzate aggiungendo un Fpga al chip.
Le cose, tuttavia, non sono andate secondo gli auspici di Intel. In primo luogo, il mercato degli Fpga non è mai decollato, soprattutto perché il cloud ha cambiato la situazione e i principali hyperscaler hanno cercato di sviluppare i propri chip anziché utilizzare questi modelli già esistenti. Inoltre, Intel non ha mai concretizzato la fusione Xeon+Fpga, poiché l'offerta non era più così attraente in un mondo di infrastrutture software-defined.
Di conseguenza, Altera, che dieci anni fa superava facilmente i 2 miliardi di dollari di fatturato annuo, ora avrà rende intorno agli 1,5 miliardi, ma soprattutto ha registrato una perdita operativa di 615 milioni di dollari nel 2024.