19/04/2024 di redazione

Italiani ben disposti verso l’AI, solo il 14% non si fida

Uno studio di Prima Assicurazioni svela che il 58% degli italiani nutre una fiducia moderata o elevata nei confronti dell’intelligenza artificiale.

Che cosa pensano gli italiani dell’intelligenza artificiale? Il sentimento prevalente è la fiducia, ma in molti vorrebbero che questa tecnologia fosse maggiormente controllata e sottoposta a regole: è quanto emerso da un’indagine condotta da Nielsen per conto di Prima Assicurazioni su mille responsabili d’acquisto di polizze assicurative. Il 58% circa si è detto fiducioso nei confronti dell’AI, e più precisamente il 47,4% nutre una “fiducia moderata” e la ritiene una tecnologia utile, che deve però essere controllata e regolamentata, mentre solo il 10,9% ha dichiarato di fidarsi completamente dell’intelligenza artificiale, credendo che possa apportare solamente benefici per il progresso della società.

Su una posizione intermedia c’è il 19,4% di intervistati che si è detto indeciso sul tema e tendenzialmente preferirebbe continuare ad affidare agli esseri umani i compiti che oggi l’AI è in grado di svolgere. Un limitato 14,2% non si fida affatto e vede l’AI come una tecnologia carica di implicazioni etiche e un rischio per l’occupazione. Il restante 8,1% è agnostico, ovvero non conosce abbastanza l’argomento per esprimere un parere.

Gli studi sul tema, condotti a livello internazionale e nazionale (anche in Italia) si sono moltiplicati negli ultimi mesi, producendo risultati diversi a seconda del campione d’indagine ma anche del momento in cui sono stati realizzati. In ogni caso, quello emerso è stato sempre uno scenario più orientato alla curiosità che non al rifiuto, ma anche segnato da comprensibili cautele. Citiamo per esempio un recente studio di ServiceNow, condotto da Opinum nel mese di gennaio a livello Emea: il 62% dei consumatori europei apprezza l’uso dei chatbot nel servizio clienti, mentre il 21% non si fida delle risposte fornite dall’AI.

Secondo Deloitte, invece, a fine 2023 il tema solo il 17% degli italiani poteva già dirsi molto informato e competente in tema di AI. Il 42% si diceva preoccupato per possibili rischi e incognite future. Per quanto riguarda la posizione delle aziende, citiamo l’indagine “Digital Business Transformation Survey” realizzata da Tig - The Innovation Group all’inizio dell’anno (gennaio e febbraio) su circa  150 realtà italiane: il 46% ha pianificato di investire in AI generativa nel corso del 2024. Nel momento del sondaggio il 39% delle aziende era ancora in fase di studio, mentre il 33% aveva già definito e avviato dei casi d’uso della GenAI.

“L’Insturtech è un settore altamente innovativo ed è stato fra i primi in assoluto ad avvicinarsi all’Intelligenza Artificiale, portando benefici ai consumatori e al settore assicurativo nel suo complesso, attraverso l’uso consapevole di tecnologia e dati”, ha commentato Giacomo Testa, head of pricing & Underwriting Italy di Prima Assicurazioni. Potendo contare su un team di 300 sviluppatori, ingegneri e data scientist, la società assicurativa è impegnata nella creazione di algoritmi e software proprietari.

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