11/11/2020 di Redazione

Le sfide tecnologiche del decennio, per crescere e “resistere”

Sviluppo del business ma anche resilienza di fronte a eventi traumatici come la pandemia di covid-19: gli analisti di Forrester spiegano quali tecnologie e quali investimenti aiuteranno le aziende nei prossimi anni.

Il 2020 avrebbe dovuto essere l’inizio di un nuovo decennio di innovazioni all’insegna dell’intelligenza artificiale, degli analytics e di altre tecnologie utili per risolvere le grandi sfide del nostro tempo, come la lotta al cambiamento climatico, la redistribuzione delle risorse e il miglioramento della qualità di vita nelle metropoli. Avrebbe dovuto esserlo e lo sarà, ma contemporaneamente a queste necessità si è affiancata quella più urgente, sorta in modo imprevedibile, della lotta al covid-19. In molti hanno già colto le nuove sfide connesse alla pandemia, dalla ricerca di cure farmacologiche efficaci all’elaborazione di nuovi modelli d’impresa, dalla riorganizzazione del lavoro alla trasposizione digitale di esperienze (fiere, musei, spettacoli) che fino a ieri eravamo soliti vivere in modo tradizionale. Il coronavirus non ha comunque distrutto lo scenario esistente, dominato da “tendenze di consumo in rapido mutamento, complesse problematiche di sicurezza, un utilizzo etico dell’intelligenza artificiale e il crescente impatto del cambiamento climatico”. Così Forrester Research sintetizza le principali preoccupazioni con cui le aziende e i loro chief information officer dovranno avere a che fare per l’intero decennio. 

L’intelligenza artificiale “etica”
In passato le aziende hanno prestato poca attenzione agli impatti etici dei loro progetti di adozione del machine learning e di altre tecnologie di  intelligenza artificiale. Oggi, invece, consumatori e dipendenti danno più valore all’etica e si aspettano che le aziende facciano lo stesso, adottando l’intelligenza artificiale in modo responsabile. Gli analisti di Forrester prevedono che nei prossimi anni le imprese sceglieranno consapevolmente come partner d’affari altre aziende impegnate per un utilizzo etico dei dati, e che agiscono coerentemente con i propri valori dichiarati e con i valori dei propri clienti.

Rifondare le strategie di automazione
Il covid-19, spiegano gli analisti, sta modificando le priorità di automazione delle aziende: ora si concentrano sui processi di back-office e sulla resilienza delle loro attività (ed è quasi pleonastico sottolineare come il concetto di resilienza sia stato uno dei tormentoni del 2020). Si punterà sull’automazione intelligente, ottenuta con l’intersezione di robotica, automazione dei processi, intelligenza artificiale e strumenti di progettazione low-code. Queste tecnologie che aiuteranno le aziende a diventare più efficienti e resilienti, ma al contempo permetteranno di ampliare le loro attività e i loro obiettivi.

Il percorso verso un business “iperlocale”
Nel prossimo decennio le grandi aziende potenzieranno la propria capacità di operare a livello iperlocale (concetto che nel marketing significa focalizzare l’attività su una specifica regione geografica, città o addirittura quartiere cittadino), mentre le imprese di medie dimensioni allargheranno il business a nuove geografie. Questo comporterà il bisogno di architetture tecnologiche che permettano alle aziende di gestire le attività e il rapporto con i clienti su base locale, in geografie ristrette, ma senza dover abbandonare i benefici di una gestione centralizzata. L’approccio “zero trust” nella sicurezza informatica consentirà di affrontare questa transizione.

Innovazione ubiqua con le tecnologie cloud-native
Le tecnologie cloud-native, nate dall’open source e incubate nei cloud pubblici, consentono un’innovazione più rapida e distribuita in più luoghi, non solo nel public cloud. Nei prossimi cinque anni tecnologie nate per il cloud, come le piattaforme container e il calcolo serverless, spianeranno la strada a una nuova era di “software aziendale distribuito”, frutto dei contributi di aziende, fornitori di servizi cloud, di servizi edge e di software.

Lo spostamento delle strategie verso l’edge
Storicamente, l’interesse per l’edge computing (cioè per le attività di calcolo svolte alle propaggini delle reti, all’interno dei dispositivi più periferici) si è legato all’Internet of Things. Nel nuovo decennio, però, le comunicazioni di prossima generazione, le tecnologie cloud-native e le architetture di edge computing si sono intrecciate fra loro, generando grandi passi in avanti nell’integrazione “dal cloud all’edge”. Nei prossimi tre o cinque anni, scommettono gli analisti di Forrester,  le aziende modificheranno le proprie strategie sul cloud per includervi un maggior numero di servizi edge di più vendor. 

“La ricetta di un’innovazione tecnologica di successo sta cambiando”, ha detto Brian Hopkins, vice president e principal analyst di Forrester. “Le strategie che funzionavano negli anni Dieci del Duemila non funzioneranno negli anni Venti. Le aziende che scommettono pesantemente su nuovi modelli di business, nuovi modi di lavorare e nuovi talenti riusciranno ad adattarsi meglio e a essere più resilienti di fronte alle forze distruttive che caratterizzeranno questo decennio. Per fare uno scatto in avanti, i Cio devono rinnovare la determinazione delle loro aziende a trasformarsi digitalmente e tradurre gli sforzi negli investimenti di base necessari”.

 

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