Un dollaro per ogni gigabyte di spazio utilizzato. È questa “l’offerta che non si può rifiutare” di SanDisk, che ha lanciato la sua nuova piattaforma InfiniFlash per convincere gli utenti che i sistemi basati esclusivamente su memoria flash possono essere la scelta giusta per la gestione dei Big Data. Il costo è riferito al rack If100, una soluzione 3U caratterizzata da una grande versatilità e da interfacce hot swap, che consentono di collegare o scollegare unità anche a sistema avviato. Parliamo dell’alimentazione doppia, delle quattro ventole, o delle 64 schede di memoria che possono contenere ognuna fino a 8 terabyte. Il totale, quindi, tocca i 512 terabyte.
Il rack If100 può sostenere un carico di lavoro massimo di sette gigabyte al secondo od oltre 780mila operazioni di input/output al secondo, rimanendo sotto una soglia di consumo di 750 Watt a pieno carico. Cifre decisamente inferiori rispetto ad array di dischi fissi da migliaia di Watt. La soluzione è dotata di porte per collegare fino a otto server esterni, ma è “tutto ferro”: non contiene, infatti, software. Per ovviare a questo problema, SanDisk ha lanciato anche altre due configurazioni che implementano all’interno dell’hardware anche dei programmi di gestione.

La serie InfiniFlash presenta tre configurazioni differenti: If100, If500 e if700
Il primo è l’If500, storage a oggetti scalabile adatto per applicazioni pesanti, che necessitano di oltre due petabyte di spazio di archiviazione, inclusi anche lo streaming multimediale e la videosorveglianza. È sostanzialmente una combinazione tra l’If100 e il sistema operativo Ceph, una versione potenziata della piattaforma open source Ceph, nata per lo storage distribuito. Invece l’If700 si basa sempre sull’If100, ma con l’implementazione del software InfiniFlash Os Ion ed è pensata per applicativi ad alte prestazioni basati su blocchi. A differenza della versione If500, lascia la gestione della protezione dei dati a livello dell’applicazione.
In questi casi il prezzo per gigabyte sfruttato raddoppia, raggiungendo così un massimo di due dollari. Costi che possono essere ridotti ancora se si impiegano software di deduplica o di compressione, anche se queste soluzioni potrebbero avere effetti negativi sulle prestazioni di calcolo.