Twitter silenzia i bot, in grado di gestire migliaia di finti account per twittare e condividere in automatico i contenuti della piattaforma. La guerra agli algoritmi è stata dichiarata ufficialmente dal social network azzurro poche ore fa e le prime ripercussioni non sono tardate ad arrivare. Alla scomparsa di migliaia di follower finti, numerosi politici conservatori degli Stati Uniti hanno lanciato la campagna caratterizzata dall’hashtag #TwitterLockOut e hanno gridato alla censura. Il sito di microblogging ha spiegato che le modifiche fanno parte di una nuova iniziativa di pulizia della piattaforma, volta a rendere la community libera dallo spam e non hanno fini politici. Gli algoritmi sviluppati dall’azienda intervengono, ad esempio, quando rilevano retweet aggressivi e continuati su contenuti identici, effettuati da account numerosi.
Per evitare la mannaia è sufficiente provare che i profili sono sotto il controllo diretto di esseri umani e non di bot. Non è comunque la prima volta che Twitter finisce nel mirino di attivisti e politici conservatori statunitensi. A novembre, per esempio, il social network aveva rimosso il “bollino” di certificazione per gli account verificati ai profili di diversi suprematisti bianchi.
Una scelta biasimata anche dal numero uno della Federal Communications Commission, Ajir Pai, che aveva condannato il doppiopesismo di Twitter, già al centro dell’attenzione per quanto riguarda il cosiddetto Russiagate: l’infiltrazione sulle piattaforma social della propaganda di Mosca con l’obiettivo di influenzare l’esito delle presidenziali Usa del 2016.
“I nostri strumenti sono apolitici”, si è difesa in una nota la società. “Come parte dei nostri sforzi per aumentare la sicurezza, identifichiamo i comportamenti sospetti che indicano attività automatiche o violazioni delle nostre policy sulla disponibilità di molteplici profili. Agiamo di conseguenza su qualsiasi account che violi i nostri termini di servizio, con la possibilità di chiedere ai proprietari di verificare un numero di telefono. In questo modo siamo certi della presenza di un essere umano dietro al profilo”.