05/11/2024 di Roberto Bonino

Il cloud privato è la bandiera unica del futuro di VMware

All’edizione europea di Explore, in svolgimento a Barcellona, i dirigenti della casa madre Broadcom hanno ribadito i fondamenti della strategia già delineata nei mesi scorsi. Le criticità legate all’aumento dei costi delle licenze restano in secondo piano.

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Avanti tutta sul cloud privato. Nella parte introduttiva dell’edizione europea di Explore, in svolgimento a Barcellona, VMware ha ribadito il cardine della propria strategia, a circa un anno dal completamento dell’acquisizione da parte di Broadcom.

Ci ha pensato Hock Tan, presidente e Ceo della casa madre, a sottolineare le motivazioni dietro la scelta di riorientare verso la logica private lo sviluppo di un’azienda che, solo un anno fa, nella stessa sede, metteva ancora il multicloud al centro dei propri pensieri: “Molte aziende sono state attirate dalle promesse del public cloud, ma oggi si trovano ad affrontare l scoglio delle tre C, ovvero costi, complessità e compliance. Non è un caso che l’83% delle aziende stia pensando di migrare sul private almeno qualche workload critico e che il 43% abbia progetti di repatriation”.

Il cuore dell’attuale proposizione di VMware è Vcf (VMware Cloud Foundation), piattaforma che racchiude tutta la gamma di servizi infrastrutturali del vendor: “Questo è il cardine di un’It che deve essere un business enabler”, ha indicato Paul Turner, vice president of products, VMware Cloud Foundation Division di Broadcom. “I silos vanno nella direzione opposta, rendendo più costose e complesse le attività operative”.

Hock Tan, presidente e Ceo di Broadcom

Hock Tan, presidente e Ceo di Broadcom

La libreria Vcf di servizi avanzati, di fatto servizi cloud privati ​​simili a quelli offerti nel public, si è arricchita con elementi di semplificazione, in direzione della sicurezza dei dati e dell'efficienza operativa. Tanzu Data Services, in particolare, integra nativamente la gestione automatizzata del ciclo di vita a livello di flotta e automatizza la distribuzione, i backup, il clustering e l'applicazione di patch di sicurezza con un modello di distribuzione self-service e l'accesso al supporto di livello aziendale Broadcom. Inoltre, VMware Live Recovery ora supporta Google Cloud VMware Engine come ambiente di ripristino isolato di destinazione per carichi di lavoro Vcf. Va notato, fra l’altro, che gli aggiornamenti della piattaforma degli ultimi tempi (fino all’attuale 5.3) sono il preludio all’avanzamento verso la versione 9 di prossimo rilascio.

Broadcom sta poi ampliando il supporto per l'intelligenza artificiale generativa in ambienti cloud privati ​​con la nuova integrazione di Azure AI Video Indexer su Vcf e Azure VMware Solution. Il costruttore l'ha integrato in Private AI, consentendo ai carichi di lavoro generativi di essere eseguiti in data center e ambienti edge: "I clienti possono ora conservare i propri dati proprietari in locale e utilizzare i servizi di Azure su Vcf per estrarre informazioni significative dai propri file video e audio per migliorare la reperibilità dei contenuti", ha indicato Chris Wolf, global head of AI and advanced services di Broadcom.

Le incognite del mercato

Infine, una menzione spetta a VeloRain  (la seconda parte sta per Robust AI Networking), un’architettura che si propone di supportare la costruzione e la gestione di reti AI-driven, con una prioritizzazione più intelligente delle applicazioni e del traffico: “Sarà la base per tutta l'innovazione di rete che stiamo realizzando nel campo dell'AI”, ha sottolineato Sanjay Uppal, vicepresidente e general manager della divisione VeloCloud di Broadcom. “Con questo intendo non solo carichi di lavoro di inferenza distribuiti, ma anche applicazioni basate su agenti e pesanti attività di Retrieval-Augmented Generation. Viene migliorata non solo l'esperienza utente in tali workload, ma anche la sicurezza”.

L’Explore di Barcellona, in sostanza, ha posto in evidenza gli sviluppi di prodotto funzionali all’attuale visione “privata” dell’evoluzione infrastrutturale che Broadcom vuole far passare alla propria clientela. Che una parte di essa sia effettivamente indirizzata all’inversione verso un cloud che garantisca maggior controllo delle risorse utilizzate e dei costi può anche essere vero, ma i numeri di mercato proposti dai principali analisti vedono ancora una certa prevalenza delle scelte in direzione del public cloud.

Soprattutto, non appare questo un elemento determinante per giustificare un aumento generalizzato dei costi delle licenze come quello introdotto alla fine dello scorso anno e che hanno generato un’ondata di proteste, E non solo quelle, visto che aziende come At&T, Orange e Thalés (fra le altre) hanno fatto addirittura ricorso al tribunale. Il tema è rimasto sottotraccia in questa sede e, a domanda diretta, Luigi Freguia, presidente delle vendite Emea di Broadcom, si è limitato ad affermare che “il 99% delle realtà con le quali abbiamo discusso hanno avuto rassicurazioni sul processo di migrazione da intraprendere e accettato quanto fin qui proposto”.

Gli umori degli utenti appaiono diversi (l’affollamento a Barcellona non è parso così vistoso come negli anni precedenti) e non sembra un caso che l’evento europeo sia stato introdotto dal Cto Joe Baguley con un riferimento diretto agli oltre 150mila membri del VMware User Group e agli incentivi loro rivolti, con sconti fino al 50% sui costi di certificazione e successive licenze gratuite di VMware Cloud Foundation per uso personale e per un massimo di tre anni. La concorrenza sta cavalcando l’onda del malcontento e la partita sembra essere appena iniziata.

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