31/01/2025 di Roberto Bonino

L'integrazione IT resta il principale ostacolo all'innovazione AI

Il decimo MuleSoft Connectivity Benchmark Report di Salesforce indica che il 93% delle aziende prevede di implementare agenti autonomi entro due anni, ma il 66% fatica a offrire esperienze fluide.

Image by Freepik

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Da poco, è stato reso disponibile il decimo MuleSoft Connectivity Benchmark Report di Salesforce, che evidenzia le difficoltà legate all'integrazione dei sistemi It e l'impatto dell'intelligenza artificiale nel panorama tecnologico aziendale. L'indagine, condotta su figure di leadership tecnologica di nove paesi, rivela che il 93% prevede di adottare agenti autonomi entro due anni, con quasi la metà che li ha già implementati. Tuttavia, il 66% delle aziende fatica a offrire un'esperienza utente omogenea con questi strumenti.

Le problematiche di integrazione continuano a ostacolare la trasformazione digitale per l'83% degli intervistati, con impatti diretti sulle entrate aziendali. L'aumento della complessità tecnologica, con un numero crescente di modelli AI in uso, contribuisce ulteriormente a queste difficoltà. Secondo lo studio, il numero medio di modelli AI nelle organizzazioni è raddoppiato nell'ultimo anno e si prevede un incremento del 78% nei prossimi tre anni, raggiungendo una media di 32 modelli per azienda.

L'integrazione si conferma il principale ostacolo all'implementazione dell'AI: il 95% degli intervistati segnala criticità in rapporto ai processi aziendali, con il 44% che indica la creazione di esperienze fluide per i clienti come sfida primaria. Inoltre, l'81% dei responsabili It riferisce difficoltà nell'uso dell'AI per l'integrazione dei sistemi, con il problema principale legato alla gestione dei dati e all'obsolescenza delle infrastrutture informatiche presenti.

Il ruolo degli agenti AI

Secondo Andrew Comstock, general manager di MuleSoft presso Salesforce, gli agenti AI rappresentano un'opportunità per migliorare l'efficienza dei team It, grazie alla capacità di agire autonomamente su compiti semplici e complessi. Il 93% dei leader tecnologici, non a caso, ritiene che l'AI aumenterà la produttività degli sviluppatori nei prossimi tre anni; “L'integrazione è un fattore chiave per il funzionamento degli agenti AI, i quali dipendono da dati connessi per operare efficacemente. Gli agenti raccolgono informazioni da fonti eterogenee, come Crm, Erp, Hcm e strumenti di comunicazione, per eseguire azioni nei processi aziendali”. Tuttavia, la proliferazione di modelli e applicazioni AI ha generato nuovi silos di dati, riducendo l'efficacia di queste tecnologie. Il numero di modelli AI in uso è raddoppiato dal 2023 al 2024 e le aziende utilizzano in media 897 applicazioni, ma solo il 29% di esse è interconnesso. Comstock avverte inoltre sui rischi di costi elevati legati a interazioni non controllate tra agenti AI, sottolineando la necessità di strategie di gestione efficaci per evitare sprechi di risorse computazionali.

Dalla ricerca emergono tre principali conclusioni. La prima riguarda il ruolo degli agenti AI nel supporto ai servizi It: le aziende cercano soluzioni avanzate, superando chatbot e copilot limitati. Gli agenti autonomi possono sfruttare i dati per prendere decisioni, interagire con i flussi di lavoro e automatizzare processi. La seconda è l'importanza delle Api per costruire un'infrastruttura integrata. L'AI cambierà il modo in cui i sistemi IT vengono sviluppati, con un approccio modulare simile a quello adottato con il cloud computing negli ultimi vent'anni. Infine, la gestione di un ambiente multi-agente diventerà sempre più complessa. La coesistenza di più agenti autonomi richiederà strategie di comunicazione efficaci per evitare inefficienze. Ad esempio, se un agente AI per le vendite e uno per il supporto clienti operano separatamente, sarà necessario un coordinamento per garantire un'esperienza omogenea.

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