11/05/2017 di Redazione

Red Hat rinnova l'IaaS basato su OpenStack

La OpenStack Platform passa alla versione 11, inglobando in sé il portale gestionale di CloudForms e introducendo un maggiore supporto a funzioni di networking e network function virtualization.

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Tempo di rinnovamento per Red Hat. Alle numerose novità presentate recentemente, riguardanti vitualizzazione e container, l'azienda devota all'open source affianca un aggiornamento della sua piattaforma di Infrastructure-as-a-Service, la OpenStack Platform, utilizzabile per attività di monitoraggio e gestione delle risorse in ambienti di cloud ibrido (non solo per le componenti infrastrutturali di OpenStack, ma anche i workload attivi su un determinato cloud Red Hat OpenStack). Basata sulla release “Ocata” di OpenStack, la nuova versione introduce una serie di miglioramenti relativi alle procedure di aggiornamento, alle funzioni di networking e quelle di gestione delle risorse cloud.

 

L'aggiunta più significativa riguarda, forse, proprio quest'ultimo ambito. Nella release numero 11 della piattaforma è stato incluso e integrato il portale CloudForms, con l'obiettivo di semplificare le quotidiane operazioni di amministrazione e manutenzione delle risorse cloud: dal portale si possono controllare le regioni di OpenStack, domini differenti e aggregati di host, si possono creare, catalogare ed eliminare shapshot dei volumi, e altro ancora. Si punta, così, a consentire migliore visibilità sullo stato di salute e di efficienza dell'ambiente cloud.

 

Per quanto riguarda, invece, l'archiviazione dei dati, Red Hat ha pensato a estendere l'integrazione con Ceph Storage, la sua piattaforma per lo storage software-defined e a oggetti. Integrazione che era già stata introdotta in precedenza, ma che ora include anche (come anteprima tecnica, al momento) il collocamento congiunto di Red Hat Ceph Storage con i nodi computazionali di OpenStack: attraverso lo storage mirroring diventa possibile semplificare la replica dei dati tra siti, migliorando il disaster recovery.

 

In materia di networking e network function virtualization, le novità interessano sia le semplici aziende alle prese con il cloud, sia i service provider informatici e telco. La macchine virtuali basate su OpenStack possono ora inviare e ricevere traffico incapsulato Vlan, anche quando sono implementate su Open vSwitch (Ovs) o su Ovs Data Plane Development Kit (Ovs-Dpdk). Per i provider e telco, inoltre, Red Hat ha potenziato sia Ovs sia Ovs-Dpdk con nuove funzionalità e incrementi di performance.

 

Per quanto riguarda, infine, la maggiore aggiornabilità di OpenStack Platform, va ricordato che la verrsione 10 aveva introdotto i ruoli componibili, che permettevano agli operatori di creare profili personalizzati per processi e servizi individuali e poi di aggiornarli o ampliarli singolarmente, senza dover modificare l'intero ambiente cloud. Con la versione 11 sono supportati anche gli aggiornamenti ai ruoli componibili. Inoltre, è ora possibile comporre e assegnare individualmente servizi OpenStack, e dunque collocare componenti quali database, proxy o servizi di messaggistica su nodi specifici, sulla base dei loro specifici requisiti.

La OpenStack Platform 11 è la seconda release ad essere coperta dal modello di supporto life cycle di Red Hat, che prevede un anno di supporto per ciascuna nuova versione e la possibilità di ricevere ulteriore supporto per migrazioni e aggiornamenti alle versioni future. L'update sarà reso disponibile nelle prossime settimane tramite il Red Hat Customer Portal e come componente delle soluzioni Red Hat Cloud Infrastructure e Red Hat Cloud Suite.

 

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